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14 apr 2016

[Recensione] Doubt



Doubt

Genere: thriller psicologico

Manga del 2008 di Yoshiki Tonogai, edito da J-Pop. È un thriller con protagonisti tre ragazzi e tre ragazze (ovviamente in uniforme scolastica, e due delle quali ovviamente con tette che fanno provincia), appassionati del videogioco online "Rabbit Doubt". Il funzionamento di questo gioco è praticamente quello di Lupus in Tabula: in una colonia di conigli si nasconde un lupo, che a ogni turno ne mangia uno, e questi devono scoprire e deliberare all'unanimità chi sia l'assassino prima di essere uccisi. Inutile dirlo, per questi sei ragazzi il gioco diventa realtà quando vengono rapiti e rinchiusi in un edificio lugubre: ognuno di loro ha un codice a barre tatuato addosso che può aprire una e una sola porta; fra queste, una potrebbe essere l'uscita, ma uno di loro (o forse un esterno?) è un "lupo" che ucciderà uno ad uno i conigli finché non verrà scoperto.

Inizialmente, la storia procede in maniera abbastanza serrata da essere interessante e da creare la giusta suspense. Il turbinìo di sospetti reciproci, indizi che fanno dubitare ora di uno ora dell'altro, piccoli sguardi sulla backstory di ognuno ecc. funziona abbastanza bene; la premessa, che mi ha attirato pur nella sua poca originalità con la sua promessa di un thriller psicologico, è interessante, ma il manga nel suo complesso risulta abbastanza insipido e "generico". I personaggi sono piatti e caratterizzati poco, non riescono a legare né col lettore né fra di loro, e purtroppo in una storia di questo tipo la maggior parte dell'immersione viene da lì: devo tenere a questi personaggi, e volere che sopravvivano, per essere scioccato quando uno di loro muore o verrà inevitabilmente rivelato essere il lupo. Mancando questo aspetto, mi trovo a leggere il manga semplicemente per curiosità, ma senza coinvolgimento emotivo. Il character design ben poco ispirato e i disegni spesso molto confusionari (seriamente, in metà delle scene non si capisce un belino) senz'altro non aiuta, in questo senso.

Nel secondo volume iniziano ad emergere elementi che fanno pensare che ci sia una ragione per cui proprio loro siano stati scelti, che ci sia un legame e una qualche colpa che devono espiare, stile Saw II. Negli ultimi volumi si ha poi giustamente la serie di colpi di scena che porta alla rivelazione del colpevole. Il primo di questa è una di quelle rivelazioni che può essere accolta solo con “OH COME ON ARE YOU FUCKING KIDDING ME”
, ma viene risolto dal quarto che è... inaspettato senz'altro, ma quel tipo di inaspettato che sa di tirato fuori dal didietro. 

L'autore ha fatto un buon lavoro nel coprire questo twist dirigendo l'attenzione del lettore altrove, ma arrivando a un villain poco credibile per motivazioni e soprattutto modalità: non aveva modo di avere certe informazioni, non aveva motivo per pescare proprio loro, e un manga con un setting che si presenta così crudo e realistico non può permettersi di spiegare tutto con l'equivalente di "because nanomachines". 

Meglio un villain prevedibile e banale, ma con motivazioni credibili e mezzi realistici, o un villain imprevedibile, manipolatore e scioccante, ma irrealistico, privo di motivazioni sensate, e agisce a suon di "because magic"? L'ideale sarebbe avere entrambi i pregi e nessuno dei difetti, ma fra le due alternative io ritengo che la migliore sia la prima. Doubt ha scelto la seconda.

In definitiva, guardatevi Saw e Saw II che fanno la stessa cosa meglio e costano meno.

3 commenti:

  1. Non conosco il manga, ma se ti è piaciuto il concept di questo manga (killing game ambientato interamente in un signolo ambiente) potresti provare Danganronpa, anche se è un videogioco. È disponibile su Steam assieme al seguito che ho finito di recente.

    È molto leggero e fumettoso, tant'è che pure il sangue quando c'è un omicidio è rosa shocking piuttosto che rosso, ma l'ho trovato molto simpatico, il mistero ti appassiona e sa sorprendere. Il character design è piuttosto particolare, io penso sia molto piacevole, e le ambientazioni sono costruite come se fossero ambientate in un "teatro" con tutti gli oggetti in 2D che sembrano fatti di cartone in una stanza tridimensionale che fanno per un effetto piuttosto figo.

    La cosa più figa è che in questo killing game per ciascun omicidio i partecipanti avviano un vero e proprio processo alla fine dell'investigazione per scoprire chi è l'assassino, il tutto ambientato in una sorta di tribunale. Non so se hai mai giocato i Phoenix Wright, ma è molto simile al gameplay di quella serie però molto più movimentato dato che i dibattiti sono solitamente tenuti da più persone che discutono assieme. I casi sono molto ingegnosi e creativi, soprattutto nel secondo gioco che sono davvero fuori di testa.

    Quando sei invece fuori dai casi di omicidio puoi navigare l'ambiente dove il gruppo è bloccato, imparare a conoscere gli altri personaggi della storia e diciamo che è qui che ottieni la backstory del cast. Ovviamente non potrai parlare sempre con tutti durante questi periodi, perché alcuni potrebbero essere già morti nel frattempo... :P Passare del tempo con i personaggi fa passare del tempo all'interno del gioco fino a quando non c'è il prossimo evento maggiore della storia.

    E niente, è una serie molto carina. Non ha chissà che trama profonda ma sà intrattenere e, nel mio caso, pure appassionare perché volevo sapere di più del mondo di questa serie ora che ho giocato questi due capitoli che sono disponibili. Il terzo gioco purtroppo sarà una storia completamente nuova, una sorta di reboot, ma un seguito dei primi due giochi esiste e sarà fatto come anime che se non sbaglio uscirà durante questa estate. Per la precisione ci saranno due serie animate: una è un seguito di Danganronpa 1 e 2, e l'altra sarà un prequel e da quel che ho capito le manderanno in onda assieme.


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    1. Sì, Danganronpa un pochino lo conosco, mi sembra parecchio figo. Se non sbaglio ce l'ho anche in wishlist su Steam!

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    2. Il primo è quello che su Steam si chiama "Trigger happy havoc", giusto?

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