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18 ago 2018

[Risposta] "La teoria della montagna di escrementi" e le scimmie che battono sui tasti

Qualche tempo fa mi sono imbattuto in un articolo su www.blogzero.it, che a propria volta riprendeva uno scritto di Uriel Fanelli riguardo i complottisti internettiani e l'efficacia del dibattere con loro. 

Ecco il link all'articolo completo

Fanelli centra perfettamente alcuni punti, ad esempio quando parla dell'interdisciplinarità del ciarlatano (che pretende un esperto di ogni campo specifico per contestare ognuno dei propri punti, quando lui invece parla di qualunque argomento dall'alto di questo eminentissimo stocazzo), o dell'assimetria di costo-fatica fra lo sparare una boiata e lo smontarla con studi e dati alla mano (come noi antiberlusconiani imparammo già durante l'Oscuro Regno del Caimano di Brianza); ed è sensato chiedersi se proprio per questo non sia inutile tentare di combattere contro ogni idiozia detta su internet, come in quella famosa striscia di xkcd che da anni ormai rappresenta un mio manifesto ontologico.

Me IRL

Molto meno centrato, però, è il punto sulla "spinta interiore":
«Perchè queste scimmie battono sui tasti? [...] Semplice. Perchè la loro vita è andata a puttane. 
Si tratta di quelli che si definiscono “under achiever”, persone [...] infelici di un’esistenza che non ha sbocchi di soddisfazione, frustrante, povera, vuota. Il motivo per il quale aderiscono a queste teorie, il motivo per il quale se ne fanno essi stessi portatori, è che se togliete il grande complotto, se togliete le multinazionali malvagie, se togliete gli alieni, le scie chimiche, il signoraggio, l’euro, questi poveretti non possono più giustificare, prima di tutto con sè stessi, il proprio fallimento, economico ed esistenziale.
Non possono giustificare la moglie fuggita con qualcuno se non con il complotto dei gay contro la famiglia, perchè è l’unica scusa che non dice “sei un uomo da poco”. Non possono spiegare a sè stessi il proprio fallimento economico se non con il grande ordine mondiale del Bildberg, perchè altrimenti dovrebbero dire “perchè non so fare niente per cui qualcuno mi pagherebbe”.»

Logical fallacy referee meme is always relevant.
Questa è un'analisi decisamente infantile e, oserei dire, pericolosa. Traslando lo stesso ragionamento, si potrebbe dire che è spinta dal non voler accettare il fallimento degli attuali sistemi educativo e politico e dal preferire liquidare tutto con "sono tutti dei falliti, sono tutti degli idioti", perché richiede molto meno sforzo.

Già partire dal trattare l'interezza della categoria delle "scimmie idiote" come un tutt'uno indistinto è una semplificazione irricevibile, che serve solo a far star bene con sé stessi coloro che se ne chiamiano fuori piuttosto che a comprendere
effettivamente il problema. Nel momento in cui nella categoria dei complottisti rientrano politici noti (e prima che qualcuno tiri fuori il M5S per reazione pavloviana, ricordo questo articolo che elenca quante commissioni parlamentari sulle scie chimiche furono volute dalle varie incarnazioni del centrosinistra dal '96 al 2013), persone di successo (meritato o meno che sia), persone che hanno effettivamente portato avanti battaglie attraverso le vie istituzionali della democrazia, il ragionamento già cade. 

Ditemi che Giulietto Chiesa, Carlo Sibilia, Alex Jones e Majin Bu Adinolfi sono solo gente incapace di fare i conti col proprio fallimento umano e che in realtà sanno benissimo che sono tutte menzogne, e vi riderò in faccia. Di gusto. Per ORE. Ci sono alcuni scienziati che negano il riscaldamento climatico, alcuni piloti di linea che sostengono il complotto dell'11 Settembre, e così via. Conosco gente che sarebbe capace di liquidare in questi termini anche Noam Chomsky, che è a tutti gli effetti il più grande e più importante intellettuale vivente (e questo forse dice di più sui livelli di apriorismo a cui può arrivare la foga anticomplottista che su Chomsky stesso).

 Il Post
Il Post nel 2013 ha pubblicato un interessantissimo articolo a riguardo

Io penso, piuttosto, che le cause siano da ricercare in tre principali fattori:

1) Il bisogno istintivo umano di trovare un nemico, alla radice di TUTTI i problemi, personali o sociali che siano. Un nemico che sia il più possibile unico (uno e uno solo) e personificato (non sistemi o idee, ma persone). Le streghe, il demonio, gli immigrati, gli ebrei, gli illuminati, i massoni, i grillini, la casta, gli analfabeti funzionali, i banchieri, gli infedeli, la Chiesa
, i millenial, il reggaeton ecc. E sì, metto tutte queste cose sullo stesso piano, in quanto a idiozia. Tranne il reggaeton, su quello hanno ragione.

2) Il bisogno istintivo di credere che ci sia un piano dietro le "cosebbrutte" che succedono. Una ragione se le cose sono così e non come potrebbero essere, come la propria mente concepisce che dovrebbero essere. Ci deve essere qualcuno che organizza e gestisce in modo che siano così e non meglio di così. Qualcuno deve avere la colpa, e deve avercela sempre qualcun altro. È più facile pensare che ci sia una cospirazione internazionale per mandare gli immigrati in Italia, che accettare che si tratta di un problema complesso e stratificato, che il movimento "osmotico" della gente è sempre stato naturale, che ci sono cause e concause stratificate (compresi, certamente, interessi economici!), che impedire da Roma i movimenti di migliaia di persone mosse da desideri e necessità diverse è impossibile. È più facile pensare che ci sia una massoneria internazionale segreta che manovra le file di governi e banche per arricchirsi, piuttosto che accettare che il sistema nel suo complesso è fallace, il mondo è caotico e irrazionale, e che chi davvero ha potere di muovere fili è spesso un imbecille a malapena capace di pensare oltre il prossimo trimestre.

3) La non-volontà di affrontare la complessità del mondo, la stratificazione delle cause e delle colpe, il fatto che le soluzioni possibili per ogni singolo problema sono molteplici e spesso necessitano di molti piccoli cambiamenti sia su larga che su piccola scala, sia sul breve che sul lungo periodo; e ancora di più, l'applicare questo processo di semplificazione a chi si percepisce come causa o parte del problema, generalizzandolo e stereotipandolo in una qualche forma di mostro subumano, di caricatura di idiozia o malvagità, di irredimibile nemico. Ironicamente, questa è tendenza è magnificamente dimostrata proprio dal Fanelli, quando scrive pericolose idiozie come quel passaggio che ho evidenziato!


Interessante articolo de Linkiesta sul fenomeno, ecco il link

Perché dico che discorsi come quello sono "pericolose" idiozie? Per cinque ragioni:
  1. Rifiutano di analizzare le stratificate origini del fenomeno, comprese le eventuali corresponsabilità o mancanze comunicative ed educative, garantendo quindi matematicamente la sua sopravvivenza.
  2. De-umanizzano una parte (che ci piaccia o no) consistente dei nostri concittadini.
  3. Rifiutano il mezzo del dialogo nei confronti di questi altri elettori, che è e rimane l'unico mezzo (rieducazione forzata a parte) in grado di combattere questo fenomeno là dove ha già attecchito.
  4. Utilizzano artifici logici e retorici perfettamente identici a quelli di coloro che si vorrebbero combattere, quindi legittimandoli.
  5. Approfondiscono una divisione esistente nella società dandole una connotazione classista, con quella boria, quell'odio e quell'ostentazione di una presunta superiorità morale-intellettuale che (come ci insegnano Renzi, Saviano e la continua ascesa della Lega negli ultimi mesi) altro non fanno che rafforzare e radicalizzare il fenomeno.
Poi potrei aggiungere che, a mio ancor più meramente personal parere, l'ultimo paragrafo del passaggio citato sembra sottendere una giustificazione del sistema e una ridicolizzazione classista di coloro che vi "rimangono indietro" (i "falliti", che hanno tutta la colpa anche di concetti fumosi come "non saper fare niente per cui qualcuno li pagherebbe") che considero moralmente ripugnanti, ma va beh, tanto io sono sempre il solito inguaribile comunista.



11 ago 2018

[Commenti] Kingdom Hearts: Chain of Memories

Qualcuno di voi forse si ricorderà di quando qualche tempo fa lanciai malamente i miei pensieri sul primo Kingdom Hearts su queste pagine, allo stesso modo in cui il più disinteressato naufrago della storia lancia in mare messaggi in bottiglia contenenti solo elaborate supercazzole, o in cui Marco Rizzo enuncia complesse analisi sociopolitiche di fronte a quattro vecchietti e due millenial che segretamente voteranno comunque per Potere al Popolo; e forse quel qualcuno si ricorderà anche che l'ho considerato narrativamente e ludicamente solido, ma anche insipido, macchinoso e a tratti pretenzioso. Beh, ho giocato Chain of Memories di recente.


Questa sorta di spin-off (in realtà un vero e proprio seguito), uscito originariamente per GameBoy Advance e poi riedito su PS2 e PS3, sembra essere il titolo più divisivo fra i fan della serie. Non certo per la storia, che è relativamente buona: introduce un nuovo gruppo di villain carismatici e misteriosi e si incentra sull'interessante tema del rapporto fra noi e i nostri ricordi e l'importanza che hanno nel determinare chi siamo, pur essendo ancora intrisa dei soliti la luce l'amore l'oscurità la promessa il cuore la chiave il cuore l'oscurità il cuore l'ho già detto l'oscurità? Bensì, per il gameplay. Perché... beh, sarò sincero, questo ibrido di gioco action e gioco di carte è una delle scelte più inspiegabili che abbia mai visto.

In teoria sembra pure una buona idea. Gli attacchi, le magie, le evocazioni e anche gli item sono determinati dalle carte che si hanno e dal loro valore: se uno dei due avversari usa un valore più alto, questa "rompe" (card break) la carta dell'avversario (che sia un attacco fisico, una magia, una cura o un oggetto, solo la carta più alta va a segno) dell'altro. Le carte di valore 0 possono rompere qualsiasi attacco, ma se vengono usate per prime possono essere rotte da qualsiasi altra carta. Una volta finite le carte nel proprio mazzo, queste possono essere ricaricate, ma a ogni ricarica ne vengono richiamate sempre meno; esistono anche carte speciali che permettono di ricaricare l'intero mazzo ignorando questa penalità, ma ovviamente sottostanno alle stesse regole delle altre carte e quindi possono essere rotte. Sia il giocatore che l'IA possono combinare le carte in triplette, sommando così i loro valori e ottenendo delle combo, e alcune triplette in particolare danno luogo a tecniche speciali molto potenti ma che "bruciano" una delle carte usate, rendendole non ricaricabili per il resto della battaglia (salvo megapozioni). Il tutto dovendo anche fare attenzione alla propria posizione sul campo di battaglia, potendo comunque schivare gli attacchi nemici col caro vecchio dodgeroll, e pregando Iddio che il merdosissimo targeting abbia capito che se sei davanti al boss il Firaga non lo vuoi sparare alle tue spalle. Il sistema è complesso, mal tutorializzato, difficile da capire e da padroneggiare, ma permette una notevole profondità strategica, soprattutto grazie all'importanza che dà a come il giocatore si crea il proprio mazzo, che può quindi essere altamente customizzato per adattarsi ad ogni stile. 

"Ma non si riesce a capire un cazzo!" (cit.)

In pratica, però, è uno dei sistemi di gioco peggio pensati e peggio implementati che abbia mai visto, forse persino peggio di Death By Degrees, perché riesce miracolosamente ad avere tutti i difetti di entrambi i sistemi ibridati senza prenderne alcuno dei pregi. Come un gioco di carte, è profondamente basato sulla fortuna: sia perché dei movimenti randomici dell'avversario possono mandare a bagasce anche la più perfetta delle combo, sia perché una volta effettuata una combo (mettiamo di valore alto, tipo 24) è impossibile prevedere se e quando l'avversario ne metterà giù una di valore più alto o una carta 0; ma soprattutto, perché (è questo è proprio un difetto sistemico) tutto dipende dal drop casuale delle carte

Per fare un esempio: se droppo quasi solo carte dal valore basso, come faccio a vincere contro un boss che ha solo carte dal 7 in su? Tutte le guide dicono che la via maestra è usare le carte 0 per rompere gli attacchi avversari, ma come faccio se in venti ore di gioco ne ho droppate solo quattro (sì, anche comprando i pacchetti dai moguri)? Dovrei girare a vuoto per la mappa combattendo i mob per farmarle? Ho già fatto una cosa del genere, quando una porta richiedeva una carta-stanza precisamente di valore 2 e io non ne avevo. Ci ho messo quattro ore di farming selvaggio per riuscire a farne droppare una. QUATTRO ORE. Rese ancora più lunghe e insopportabili dal fatto che i mostri non respawnano all'infinito, costringendo quindi a "ricaricare" le stanze usando altre carte, e dal fatto che questo non mi sia successo in un posto qualunque, ma proprio ad Atlantica, con quella maledetta musichetta di "In fondo al mar" che mannaggia al demonio avevo ancora gli incubi dal primo Kingdom Hearts se becco chi l'ha scritta gli impianto chirurgicamente nelle orecchie due auricolari che suonano eternamente il peggior reggaeton, a quel volume intermedio che non fa male fisicamente (rendendoti sordo e quindi liberandoti dalla sofferenza) ma è comunque troppo alto per essere ignorato. 

Il "trucco" dell'esplorazione dei ricordi permette al gioco di rivisitare gli stessi mondi e
le stesse situazioni dell'originale.

Quello, proprio quello, è stato il momento in cui avevo capito che questo gioco mi aveva decisamente rotto le scatole. Alla fine l'ho abbandonato. Senza finirlo. Dopo una lunga serie di incazzature e pugni al muro durante l'ultima serie di boss fight, ho deciso che non ne valeva più la pena. Ho pure usato i codici Gameshark per cheattare, e COMUNQUE non riuscivo a battere Marluxia, proprio perché avevo solo carte basse e poche carte 0. Non ho visto la modalità in cui si gioca con Riku, che mi incuriosiva da morire e che so essere molto importante nella trama della serie, perché ero stufo di vedere le mie cure e pozioni cancellate, di dover girare per il campo a schivare botte mentre cercavo disperatamente la carta giusta, di vedere le mie magie ed evocazioni andare a vuoto senza alcuna ragione apparente (seriamente, non usatele, non colpiscono MAI), di finire boss fight con una o due carte rimaste dopo una ventina di ricariche, di vedere le mie combo cancellate DOPO essere andate a segno o DURANTE l'esecuzione dell'attacco perché non ho avuto la fortuna di droppare tutte carte da nove.

Per quanto mi sforzi di considerare l'originalità di questo sistema, non riesco, con tutta la buona volontà del mondo, a considerarlo meno che ingiocabile.