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23 dic 2018

[Angolo del Mugugno] A.d.M. 4 - Di manovre economiche e di favole elettorali

Bentornati all'Angolo del Mugugno, la rubrica occasionale in cui mi rendo conto che parlare approfonditamente di ogni cosa di cui vorrei parlare è un casino e ogni tanto c'è solo bisogno di mugugnare e imitare malamente Bill Maher.

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1) Il RdC è una misura con numerosi punti deboli che può essere criticata su molti aspetti: la generale debolezza dei centri per l'impiego (in grave carenza di personale, di sedi, di comunicazione con le imprese, senza nemmeno un database centralizzato per cui un centro a Novara non sa che offerte di lavoro ci siano a Vercelli); la generale mancanza di posti, per cui impostare un sistema sulle offerte di lavoro è abbastanza utopistico se queste semplicemente non ci sono; il fatto che da molte parti manchino lavoratori specializzati, e in assenza di piani di formazione quei posti non saranno occupati mai; la mancanza di investimenti statali che potrebbero occupare migliaia di persone risolvendo al contempo problemi endemici del Paese (ad esempio, la manutenzione idrogeologica la cui assenza ogni anno uccide persone, qui in Liguria); il fatto che si tratti comunque di un tapullo, che male non fa ma nemmeno risolve le cause sistemiche del problema.
Però (l'ho già detto ma lo ripeto perché Renzi non sembra averlo ancora capito): chi ne parla esclusivamente in termini di assistenzialismo e di "dar soldi alla gente per stare sul divano" o non capisce un cazzo o mente sapendo di mentire. Nel caso di Renzi, probabilmente entrambe.

2) Gli ultimi sviluppi di questa manovra economica sanciscono il più grande fallimento del governo gialloverde
In primis, perché si sono piegati alle pressioni europee e dei mercati. In secundis, perché non l'hanno fatto tagliando sprechi o aumentando la pressione fiscale sui grandi capitali (es. i giganti dell'hi-tech che continuano a pagare un'aliquota inferiore a quella di un fabbro), ma al contrario aumentando le tasse e tagliando gli investimenti, ottenendo, nel complesso, una manovra peggiore di quella precedente (che già era discutibile, ma qualche passo nella direzione giusta lo faceva). In tertiis, perché stanno cercando di farla passare forzatamente a colpi di fiducia senza nemmeno averla fatta leggere e discutere ai parlamentari. Questo è veramente l'atto massimo di tradimento. Loro, che hanno sempre (e più che giustamente!) rivendicato la centralità del Parlamento contro l'abuso di voti di fiducia, canguri e decreti legge.

2bis) La cosa più tragica in tutto questo è che, nonostante questo orrore democratico, le opposizioni (+Europa, PD, FI) non hanno la credibilità per opporsi, per criticare queste scelte indegne, perché non sono che la naturale progressione di ciò che hanno fatto loro negli ultimi vent'anni.
2ter) Insomma: la Bonino ha ragione, ma così, a istinto, a sentire queste frasi proprio da lei, è più la voglia di mandarla a cagare che quella di darle retta.

Foto: Repubblica


3) NEW RULE: è il momento, come elettorato, di crescere e di smettere di credere alla favola che in politica esistano questioni esclusivamente tecniche. Sia prima, che durante, che dopo qualsiasi valutazione tecnica o (per usare un'espressione molto in voga) "analisi costi-benefici", sono incluse o sottese valutazioni politiche. 

Attenzione, questo non significa che i tecnici, gli specialisti, le analisi strettamente scientifiche alla fredda evidenza dei dati non siano fondamentali, anzi, semmai abbiamo il problema che non ce ne sono abbastanza. Né significa che non ci siano posizioni fattualmente e oggettivamente sbagliate (ad esempio, i no-vax, i negazionisti dell'Olocausto, i negazionisti del cambiamento climatico, quelli che dicono che il RdC è un "dare soldi alla gente per stare sul divano" ecc.). Intendo solo dire che dobbiamo smettere di credere che anche nella scienza, anche nella tecnica, non ci siano ampi spazi per interpretazioni (storiografia, sociologia), per previsioni ricche di bias impliciti (economia, sociologia), per scelte di priorità (economia, medicina), o per scelte dei dati o dei risultati su cui concentrarsi (nutrizione, medicina, economia); insomma, per elementi che nulla hanno di oggettivo e tutto hanno di politico-etico-ideologico, anche solo a livello implicito, anche solo a livello di bias sociale.
Anche dopo la più fredda e razionale analisi costi-benefici, decidere se quei costi valgano la pena per quei benefici non è un automatismo matematico: è una scelta politica.



4) NEW RULE: è il momento, come elettorato, di crescere e smettere di credere alla favola della post-ideologia. La post-ideologia non esiste; o meglio, esiste, ma è essa stessa un'ideologia. Non esiste il "buon senso" evocato da alcuni come qualcosa di puro e prescindente da qualsivoglia ideologia o bias. Indipendentemente da qualunque schieramento politico esistente, i provvedimenti concreti, le scelte di priorità, la scelta degli obbiettivi ecc. cadono necessariamente da qualche parte nel grafico cartesiano che ha su un asse l'economia\i diritti sociali e sull'altro la società\i diritti civili

Si possono sostenere contemporaneamente idee che stanno in punti diversi di questo grafico, così come si può ovviamente esulare da quelle che sono le ideologie "tradizionali" novecentesche. Ma quello non significa essere post-ideologici, significa avere un'ideologia di cui non si conosce il nome; l'assenza totale di ideologia è culturalmente e neurologicamente impossibile per un homo sapiens sapiens. Oserei dire che definirsi "né di destra né di sinistra" significa solo non essere abbastanza istruiti da saper sistematizzare e dare un nome al proprio pensiero.  

4bis) Quello che, in questo preciso momento, il M5S sta promuovendo e sostenendo è di centro-sinistra populista; quello che, in questo preciso momento, la Lega sta promuovendo e sostenendo è di destra conservatrice-populista; il PD, di centro-destra liberista-progressista; FI, di destra liberista-conservatrice; PaP, di sinistra progressista con sbandate occasionalmente anarchiche e occasionalmente comuniste; CPI, di destra fascista; PC, di sinistra comunista stalinista; PCI, di sinistra comunista trotskista. Le cose hanno un nome, e i nomi hanno un significato. 


5) È il momento, come elettorato, di abbandonare il concetto di analfabetismo funzionale. Si tratta di un problema serissimo, che ha puntato le luci su un preoccupante buco nel nostro sistema di istruzione, che effettivamente spiega numerosi problemi della sfera pubblica mondiale, e che ha dato origine a discussioni interessanti sulle criticità che il suffragio universale può porre in una democrazia che abbia tale "falla" in tali proporzioni. Ma ormai l'uso che si fa di questo termine è andato assolutamente fuori controllo. Tanto alcune figure pubbliche (penso a Augias, Burioni, Meli) quanto una discreta fascia di elettori (molti dei quali di area liberale e, mi spiace dirlo, di sinistra) hanno usato la scusa dell'analfabetismo funzionale come giustificazione della propria crescente irrilevanza politica, come rinforzo al proprio smisurato, borioso elitismo: "non siamo noi che abbiamo sbagliato qualcosa nei contenuti o almeno nella comunicazione, sono loro che sono letteralmente analfabeti". Ormai, per molte persone (*coffcoff*moltedellequalialorovoltaanalfabetifunzionali*coffcoff*) è diventato sinonimo di "persona che non la pensa esattamente come me". A questo punto, meglio lasciare questo concetto alle discussioni specialistiche, e ignorarlo nei comuni dibattiti giornalieri. Per questo scopo, introduco una nuova regola analoga alla Godwin's Law
5bis) NEW RULE: Durante una discussione politica online, il primo che nomina l'analfabetismo funzionale per attaccare le posizioni dell'avversario ha automaticamente e irrevocabilmente perso il dibattito. 

6) Più imparo del mondo del lavoro nel settore privato, più mi rendo conto che Fantozzi (col suo esercito di Cavalieri Conti Catellani e Duca Conti Semerzana) non è un film comico: è un documentario
6bis) Più imparo del mondo del lavoro nel settore privato, più rivaluto il concetto di gulag.