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30 mar 2019

[Commenti\Rant] Metroid, e le mie polemiche da retrogamer

Sotto alcuni punti di vista, potrei essere considerato un retrogamer. Nel senso che arrivo ai giochi con anni di ritardo. Un po' perché sono tirchio, quindi tendo ad aspettare che sia software che hardware scendano drammaticamente di prezzo. Un po' perché mi piace conoscere la storia dei media che amo, per imparare l'origine degli elementi migliori, gli errori da non ripetere, i vecchi modi di pensare, quindi passo molto tempo su opere che "mi sono perso" negli anni. Sono abbastanza rigoroso, su questo: uno che si dice, ad esempio, amante del metal, non può prescindere dall'ascolto di Black Sabbath, Judas Priest, Jimi Hendrix, e direi pure Beethoven e Čajkovskij; favolosi i Protest the Hero, belli i Fleshgod Apocalypse, ma building the future and keeping the past alive are one and the same thing. Un po' perché ho questa fisima mentale che devo godermi le cose in rigoroso ordine cronologico (capite bene che quindi entrare in robe come Final Fantasy o Doctor Who per me è proibitivo). Un po' perché si avvicinano i trent'anni e la nostalgia, ipsi dixerunt, è canaglia.

Insomma, ovviamente ho acquistato sia il NES Mini che lo SNES Mini. Anche se per me, in realtà, sono territorio totalmente inesplorato: la mia prima console fu la PS1, i miei primi giochi furono i classici LucasArts e i primi FPS su PC. L'intento era quindi di farne un'esperienza istruttiva, un archivio storico da tenere in casa per la mia collezione. 

Da questo punto di vista, il NES Mini mi ha già insegnato una cosa importante: che quelli che parlano della generazione NES come "i bei vecchi tempi, quelli sì che erano bei giochi" probabilmente dicono stronzate.

Mi rendo perfettamente conto di essere cascato in una mossa commerciale ignobile, grazie. Insultatemi pure, me lo merito.

Ok, facciamo un passo indietro. Come detto, non vengo da Super Mario e dalle macchinette, vengo da Monkey Island e da Wolfenstein. Credo di non aver mai frequentato le sale giochi, da piccolo, diversamente dalla maggior parte della mia generazione. In parte perché per i primi 18 anni della mia vita non ho mai avuto più di due amici contemporaneamente, e in parte perché... la prima volta che lo feci, dopo aver pregato mille volte i miei di darmi una monetina per farlo (Liguria, ricordate?), mi resi conto subito del loro modus operandi: oh mì mì, ci ho messo una moneta e poi è così difficile che sono morto subito e mi ha rimandato all'inizio? E ci devo pure mettere un'altra moneta?!? Ma ti m'ae piou pe' Berlusconi?, a l'è a mae paghetta de n'a shmann-a, loasso che t'ei nen atro!

Fu così che misi una pietra tombale sull'intero mondo delle sale giochi e degli arcade: da ligure e da persona abituata al quicksave-quickload continuo, quel tipo di design mi faceva ribrezzo. E, lo ammetto, me lo fa tutt'ora.

Avrete già intuito, dunque, che io abbia avuto problemi con i titoli del NES Mini, in larga parte figli di quella filosofia di design. Titoli in cui i limiti tecnici da una parte (il poco spazio sulls cartucce, l'impossibilità di avere veri e propri salvataggi ecc.) e l'ingenuità dei primi pionieri di un mondo nuovo dall'altra facevano concepire il gioco quasi come un endurance test di puro trial and error, che in pochi dovevano arrivare a finire e ancora meno a completare, se non scambiandosi trucchi e scoperte con gli amici (o comprando le guide ufficiali, ché le pratiche imprenditoriali ignobili mica le hanno inventate ieri). Mi saltano alla mente Ghost And Goblins, Super Mario, Donkey Kong, Gradius (in una dozzina di tentativi non ho ancora superato il primo livello), Contra, ovviamente Pac Man, insomma tutti quei giochi che persino uno dei film più stupidi di Adam Sandler riassunse come "imparare degli schemi a memoria". 

Ma vorrei soffermarmi, in particolare, su Metroid, perché è il primo che mi sono sforzato di completare.

1986
Inutile negare che abbia avuto un impatto difficilmente quantificabile nell'industria, introducendo uno dei primi sistemi ad esplorazione libera (dopo The Legend of Zelda e altri precursori su vari sistemi home computer) e contribuendo a creare un genere, il Metroidvania appunto, in cui un mondo di gioco non-lineare e semi-aperto si espande gradualmente tramite upgrade che aprono nuove vie e facilitano il combattimento. Da non sottovalutare anche il fatto che contenesse forse una delle prime protagoniste femminili in un ambiente (allora sì) in gran parte dominato dagli uomini, e da lodare l'attenzione data alla creazione di un'atmosfera davvero immersiva e oscura, opprimente, aliena. Si trattò indubbiamente di una pietra miliare.

Allo stesso tempo, però, è anche un po' una ciofeca ingiocabile, con occhi moderni ma anche con nostalgia goggles molto generosi.

In teoria, il cuore del gioco sarebbe nell'esplorazione di un ambiente pieno di insidie e pericoli. L'assenza di una mappa per esplorare l'ambiente non sarebbe un problema, se non fosse che le stanze sono TUTTE UGUALI, e che non viene fornita nemmeno la più minuscola informazione, il più minuscolo indizio su cosa si debba fare e dove si debba andare, per cui "esplorare" diventa "girare completamente a caso finché qualcosa non funziona". Ci sono poi porte speciali che si aprono solo con CINQUE missili, il numero massimo trasportabile con il primo upgrade, ovvero quanto basta per farti pensare che sia l'idea sbagliata. Prima di leggere una guida e scoprire che il gioco ti stava attivamente prendendo per i fondelli. Aggiungete, a questo, passaggi segreti individuabili solo tentando cose a caso contro muri identici a tutti gli altri, e il quadro è abbastanza desolante.

Il resto del gameplay è dato da quel modello di combattimento a piattaforme molto comune all'epoca. Anche questo però non brilla per perfezione esecutiva: i salti sono imprecisissimi e ingestibili; il 90% dei nemici attacca ad angolo o dal basso, e Samus può solo sparare in tre direzioni senza nemmeno potersi accucciare (non si tiri fuori la scusa dei limiti tecnici: Contra faceva sparare in otto direzioni!); il respawn continuo dei nemici rende impossibile qualunque ritirata strategica, e a ogni morte si ricomincia con 30HP indipendentemente dal numero di potenziamenti sbloccati, così che si perdono delle mezz'ore a farmare energia. Elemento che risulta ancora più insopportabile quando si sta riprovando uno dei tre osceni, indecenti boss (due dei quali si possono affrontare solo tankando, in una misera dps race).

CORRIDOI VERTICALI INFINITI

Non dubito che, senza i savestate permessi dall'emulatore e senza una mappa perennemente aperta sul tablet, non sarei mai riuscito a farcela. Non ne avrei avuto la pazienza allora, figurarsi adesso. Non solo perché, come ovvio, ciò che Metroid aveva da offrire è stato raffinato esponenzialmente nei successivi trent'anni (Dark Souls e System Shock sono i primi esempi che mi vengono in mente): difenderò fino alla morte il valore intrinseco dell'esplorare la storia di un medium, soprattutto per i giovani, quindi il semplice fatto di essere "acerbo" non basta come spiegazione. Sto proprio dicendo che, al netto delle già fatte considerazioni su come io non sia più il gamer di una volta, Metroid probabilmente non era granché nemmeno all'epoca.

Ammetto di ammirare chi sia riuscito a completare Metroid o Ghost And Goblins in un'era precedente all'internet e agli emulatori, perché sono abbastanza convinto che quei giochi non fossero stati progettati per gli esseri umani. Così come capisco quelli che, all'epoca, avendo solo quello per giocare e non potendo ovviamente fare il confronto con giochi fatti bene diversi, li ha sviscerati e adorati. Ma quelli che oggi, dopo la grandiosità irraggiunta della generazione PS2, giustificano e anzi glorificano quel design, e se la prendono coi "giovani d'oggi che vogliono essere imboccati e non vogliono impegnarsi", quelli insomma per cui anche oggi la qualità di un gioco è funzione della sua difficoltà esoterica come degli ancap socialdarwinisti... quelli no, non li capisco. Non riesco a interpretare questo loro modo di concepire il videogioco se non come una qualche forma di Sindrome di Stoccolma.

Se invecchiando diventerò così, vi autorizzo fin d'ora a prendermi a ceffoni con cadenza settimanale.





PS: Metroid mi ha anche insegnato che Dark Souls veramente non ha inventato quasi niente.

27 mar 2019

[Angolo del Mugugno] A.d.M. 6 - Di ipocrisie e mostri abominevoli

Bentornati all'Angolo del Mugugno, la rubrica occasionale in cui decido che forse starci i miei soliti sei mesi a scrivere un post è inutile se voglio toccare cose di stretta attualità, e in cui mi concedo di parlare come se fossi al bar. Ultimo per un po', sto già preparando alcuni articoli di stretta nerdaggine. Ma sempre mugugnando.

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1) I MOBA sarebbero dei videogiochi interessantissimi se il genere non fosse stato mandato completamente in merda da un business model ignobile. 

2) Da un lato, abbiamo una cinquantina di persone che, pur in una condizione di forte stress e gravissimo rischio per la propria incolumità, si sono dimostrate in grado di mantenere la razionalità e la lucidità di collaborare come una squadra per chiamare soccorsi in maniera rapida ed efficace, permettendo a questi ultimi di risolvere senza spargimenti di sangue una potenziale strage. Dall'altra, centinaia di persone si affannano per strumentalizzare la vicenda per opposti fini propagandistici ("L'eroe è egiziano! Hai capito, razzista di merda? E G I Z I A N O!"), urlano qualcosa sulle "risorse boldriniane" (è nato in Francia ed era cittadino italiano, geni) o sullo ius soli, e ventilano senza apparente intento satirico cittadinanze ad honorem per uno degli eroi di cui sopra (solo uno, ovviamente, perché non perdiamo mai l'occasione di renderci ridicoli). Scusatemi, chi sono i bambini e chi sono gli adulti, qui? Fatico a capirlo.

3) L'odio di classe che traspira dall'onda di ridicolo che viene riversata aprioristicamente sul Reddito di Cittadinanza da quella che dovrebbe essere la sinistra (dalla destra è normale) è una delle cose più significative di questa confusa fase politica.
3bis) Il RdC è una misura-tapullo, pasticciata, con molte falle sia a livello di applicazione che di limitatezza della sua portata (rimane fondamentalmente un modo per sostenere un sistema economico morente introducendovi del consumo senza minimamente intaccarlo, mentre si legano i riceventi ad accettare qualunque proposta sia disponibile). Ma è una spia. Una spia che punta i riflettori su una falla del capitalismo moderno talmente grande ed evidente che persino degli economisti sul Sole 24 Ore la fanno notare.
3ter) Sento persone che di fronte a dichiarazioni tipo "il RdC potrebbe scoraggiare alla ricerca del lavoro considerando che lo stipendio medio dei giovani è sugli 830 netti al mese" si indignano… contro il RdC. Non contro il fatto che sia possibile lavorare 40h a settimana venendo pagati meno (o 50€ in più) della soglia oggettiva di povertà. Contro il RdC.
3quater) Poi si scopre che in Lombardia e Piemonte ci sono state più richieste per il RdC che in molte regioni del sud, e tutti (tranne quelli che ancora conservano, indefessi, un minimo di contatto con la realtà) cadono dal pero.

Cos'è questa sensazione? Questa reazione istintiva che mi sale dalle viscere alla lettura di questa dichiarazione? Ah sì, si chiama cringe.

4) Ho dovuto fare un corso di 12 ore sulla sicurezza, come obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro. L'ho trovato molto interessante e istruttivo non solo per i contenuti, ma anche per le reazioni che ha suscitato. Ero circondato da insegnanti; finché la lezione trattava dei comportamenti da tenere in caso di alluvione o terremoto, si dimostravano interessati e seri, e anzi facevano domande pertinenti e precise. Quando però si è iniziato a parlare dello stress lavoro-correlato, e in particolare di burnout e mobbing, sono iniziate a fioccare le battutine. "lol ce le ho tutte che bello sono in burnout c'ho la depressione così sto a casa", "eh ma il mobbing strategico è difficilissimo da dimostrare non ci si può fare niente", "eh ma il mondo del lavoro è così adesso qualsiasi cosa è stress" eccetera. Ecco, ho trovato molto significativo che persino degli insegnanti, quelli che dovrebbero rappresentare l'élite colta del Paese, si siano dimostrati più interessati a combattere dei fenomeni naturali catastrofici che delle minacce alla propria salute dovute a comportamenti umani scaturiti da decisioni deliberate. Insomma: il terremoto si può combattere e anzi ci si lamenta se non viene previsto, un sistema economico e lavorativo che genera condizioni di malessere psicofisico (=un qualcosa di complesso ma umano, quindi modificabile e controllabile) è ridicolo pensare di farci qualcosa.
4ter) Quando persino degli insegnanti non si dimostrano interessati a riconoscere non dico la centralità del conflitto capitale-lavoro, ché quello è un fetish mio, ma nemmeno i diritti che già adesso vengono riconosciuti ai lavoratori, nemmeno il semplice fatto che il mobbing strategico è un illecito penale e come tale va affrontato… ecco, credo che anche questo la dica veramente lunga sull'egemonia mentale del capitalismo e sulla nostra abitudine, come italiani, di darci per vinti in partenza nei confronti del potere.

5) Quando alcune comunità di africani manifestano in prima persona, denunciando imperialismo occidentale (e francese in particolare) come principe dei loro problemi, Franco CFA esplicitamente compreso, noi non ce li caghiamo perché siamo troppo impegnati a dire quanto importante ed inclusiva e "momento spartiacque" fosse quella marea di pelli bianche che marciava sotto l'egida dell'antirazzismo, guidata da un partito che dice che il Franco CFA è una scemenza, se non addirittura una risorsa, se non addirittura una "fake news" di Dibba. Evidentemente ignorando che moltissimi africani si battono contro il Franco CFA da prima che il M5S fosse anche solo concepito. Quasi come se a una certa parte politica non interessassero davvero il benessere e la libertà degli africani, ma solo "sentirsi buoni" e farsi propaganda sulla loro pelle. Esattamente come, dal lato opposto, fa quell'altro, il food blogger mancato.
5bis) I due sono anche accomunati dal non avere la minima intenzione di cambiare il macrosistema che determina lo sfruttamento, la povertà, e quindi lo sradicamento e l'emigrazione di tutte queste persone



6) Toninelli is the new Nardella (cit. Andrea Scanzi) ed è ormai asceso a Lercio vivente (cit. Marco Disumano), ogni volta che apre bocca il cringe decolla nell'immensità astrale, ma la sparata della portabilità della targa è molto interessante. Nel senso che è una di quelle cose rispetto alle quali ho sempre pensato "ma per quale assurda congiunzione di astruse malattie mentali neurodegenerative non è già così almeno dagli anni '70?". Che a tirare fuori un'idea del genere sia stato il Concentratissimo è credo altamente significativo di quanto bassa sia la media della politica italiana. 

7) La burocrazia italiana è un mostro lovecraftiano. Nel senso che è qualcosa di talmente immenso, onnipotente, inconcepibile, espresso in una lingua talmente arcana e ricercatamente esoterica, che al solo contemplarla la mente umana impazzisce, incapace di accettare la propria insignificante piccolezza e impotenza. Ph'nglui mglw'nafh Modulo F24 R'lyeh wgah'nagl fhtagn
7bis) Mia madre è ragioniera, io sono linguista abituato a testi specialistici e filosofici. Per capire cosa diamine ci fosse scritto nei moduli di un concorso del MIUR abbiamo dovuto rivolgerci a un interprete arabo specializzato, a un sensitivo indonesiano e a un prete del Culto di Yog-Sothoth.

8) NEW RULE: qualcuno deve dire a Zucconi che non è così intelligente quanto crede di essere.

Vola basso, zucca. Già solo la forma e l'intento di questo tweet ne smentiscono il contenuto. Ci manca solo un meme di Pepe.

9) A proposito di mostri abominevoli. Ho ponderato a lungo se siano più odiosi quelli che non mettono la freccia in rotonda o quelli che ti stanno attaccati al culo senza rispettare le distanze di sicurezza. Sono arrivato alla conclusione che siano più odiosi i primi. I secondi, infatti, pur essendo più pericolosi, possono essere contrastati: posso fingere di frenare, posso sparargli i retronebbia negli occhi, posso rallentare fino a farli impazzire, nella peggiore delle ipotesi se si arriva all'incidente è sempre colpa loro che hanno colpito da dietro. Contro i primi, invece, non posso fare altro che imprecare impotentemente attraverso il parabrezza, e se per disgrazia succede che, ingannato, provochi un incidente, finisce per essere colpa mia che non ho rispettato la precedenza.

10) Ho tirato tante stoccate alla pseudo-sinistra e tante altre ne tirerò sul piano sociale, ma non dimentico che sul piano civile il mio nemico più grande è dall'altra parte. Il cosiddetto "Congresso delle Famiglie" di Verona è un abominio morale raccapricciante, totalmente distaccato dalla realtà, che sembra aver raccolto alcune idee dai rigurgiti fognari della Londra del XVI secolo.