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21 apr 2018

[Rant/About Me] La palestra dei forum e l'importanza di una sana retorica

Chiunque frequenti la cloaca a cielo aperto che sono le sezioni commenti sui social, specialmente sotto qualunque cosa anche solo sfiori politica, immigrazione o questioni di genere, sa quanto basso sia il livello medio delle conversazioni. Non mi riferisco solo alla semplice presenza di razzisti, insulti ecc. ma proprio alla qualità delle argomentazioni, fin da quello che nei temi scolastici si chiamava "rispettare la consegna". 
 
Conosciamo tutti il variopinto fiorire di questi esemplari: quelli che riescono a tirare fuori gli immigrati/il sessismo/il fascismo/i centri sociali/le scie chimiche/i congiuntivi di Di Maio/Renzi/Salvini/Raggi/Berlusconi/Trump anche sotto un video di gattini pucciosi; quelli che riescono a sostenere due idee in contraddizione; quelli che fanno generalizzazioni indebite o erigono strawmen colossali per poter sventolare slogan; quelli per cui un personaggio con un minimo di megafono pubblico che esprime un'opinione significa che quel personaggio è pagato da PD/Casaleggio/i massoni/Putin/i PoteriFortiTM/la Chiesa/tua madre per fare propaganda.

Non riesco a non chiedermelo: perché sono così? O meglio: perché io non sono così? Perché io ci tengo alle sfumature di grigio, ad essere preciso nell'esposizione? Forse perché sono di sinistra mentre divampa il populismo becero di destra? Perché ho fatto lo scientifico invece dell'IPSIA? Perché sono cresciuto col prog invece che con la techno o il rap? Perché sono un perfezionista con debilitanti problemi di ansia e insicurezza? Sono ipotesi che posso escludere categoricamente, perché ho abbondanti evidenze di esempi opposti.[1] Mi sono allora chiesto se un certo ruolo non possa averlo avuto l'esperienza nei forum.

Non questo, maledizione.
Avete mai fatto caso che il logo di Forum assomiglia un po' a quello degli Angra?

Negli anni cruciali della mia formazione, internet non era ancora un mezzo di massa disponibile in ogni momento nella tasca anche della più annoiata casalinga sessantenne di Voghera. Era l'epoca dei primi “pionieri”, ancora additati come nerd. I social muovevano i primi timidi passettini, e l'ambiente d'incontro per eccellenza erano ancora i forum. Ah, l'epoca d'oro dei forum monotematici! Era tutto un fiorire di community più o meno piccole i cui membri, a prescindere da qualunque altra differenza, sapevano di partire da almeno un punto di vista comune. Nelle più piccole, si arrivava a chiamarsi per nome nonostante il nickname. Persino il forum dei Blind Guardian, che pure piccoli non sono, era diventato una specie di famiglia.

MetalGearWeb era una board di questo tipo. Non era goffa o erratica come un Twitter; era elegante, invece, per tempi più civilizzati. L'ho frequentata stabilmente per più di undici anni, e mi ci sono fatto molti amici. Si postava perché si aveva qualcosa da dire, non per i like. Esisteva il concetto di "off topic", per cui sotto ogni thread si restava rigorosamente in tema (più o meno). Esisteva il concetto di non insultare non solo i presenti, ma anche gli assenti, perché chiunque sarebbe potuto capitare su quelle pagine, leggere e sentirsi malvoluto. Esistevano i moderatori, che camminavano in mezzo a noi e avevano il potere di sanzionare chi violava le regole di convivenza civile; che erano chiare e applicate, perché mica ci dovevamo guadagnare, non ci importava perdere utenti se significava liberarci delle teste di cazzo[2].

E quando si dibatteva, oh boy come si dibatteva! Ci si rispondeva punto su punto con il potere dei quote. Ci si faceva le pulci su ogni incongruenza, ogni incoerenza, ogni dettaglio sbagliato, persino per la grammatica e l'ortografia (OK, quello ero soprattutto io). Ci si abituava ad argomentare in modo articolato e civile, perché ogni generalizzazione, ogni insulto anche velato, ogni sparata senza basi veniva ripresa e attaccata da avversari (dialettici) pronti ad appigliarsi a qualunque falla per smontare la tua logica. Ci si abituava al fatto che la gente ti conosceva, anche se solo tramite nickname. Ci si abituava a non chiudersi in bolle e ad affinare sempre di più la propria retorica.

Vi presento un reperto archeologico di quei tempi: la faccina animata asd.gif.
La sua sparizione è inspiegabile e imperdonabile. Il mondo ha bisogno dell'asd!

C'era un utente, in particolare. Oggi fa il game designer. Era diventato una sorta di eterno rivale: battibeccavamo come bestie per ore, degli argomenti più disparati, dalla politica a Death Note, dalla pena di morte ad Avatar, dall’11 Settembre a chi fosse più gnocca fra Quiet e Eva. Nella maggior parte delle occasioni eravamo di opinioni diverse, se non opposte, e negli anni è maturato una specie di insano gusto del dibattito. Andavamo avanti per giorni. Ci facevamo le pulci su ogni generalizzazione, ogni affermazione senza fonte, ogni frase grammaticalmente ambigua, persino sull'uso dell'unità di misura («50 cosa? Patate? 50°, OK, ma che gradi? Celsius? Kelvin? Fahrenheit? Citi fonti americane, sii chiaro!»). La gente prendeva i popcorn, per leggerci. Inutile dirlo, lui era lo scienziato, io il filosofo; lui il liberista cinico, io il comunista idealista.

Ma anche se tante volte avremmo voluto saltarci alla gola a vicenda, non è mai mancato un profondo rispetto fra noi. Principalmente perché riconoscevamo l’intelligenza dell’altro, ma anche perché, semplicemente, ci limavamo a vicenda. Spesso partivamo da punti di vista radicalmente opposti, per poi addentrarci a spirale nei dettagli e scoprire che erano meno lontani di quel che pensassimo (magari guardavamo in direzioni diverse ma dallo stesso punto di partenza, o al contrario guardavamo nella stessa direzione ma da punti di partenza opposti), oppure smussare i rispettivi estremismi, facendoci notare dettagli che non avevamo mai considerato, che ci aprivano nuove strade di pensiero. Da quelle discussioni, raramente uscivamo fuori con opinioni completamente immutate. Insomma, era vera dialettica, quasi in senso hegeliano.[3]

E mi ha abituato, cazzo. Mi ha abituato non solo a scrivere, ma anche a ragionare in un certo modo: esprimendomi così scoprirei il fianco ad attacchi o pignolerie? Se sì, posso smontarli preventivamente? Con questa frase un po’ provocatoria darei il pungolo, o mi farei dare dello stronzo? Stimolerei il dibattito, o semplicemente il banhammer? Se do ragione a quell’altro tizio, che è dalla mia stessa parte ma ha fatto delle affermazioni totalmente sbagliate, sembra che pensi anch’io quelle cose?

Eravamo un po' così.
Ecco, non so se questa sia una spiegazione "universalizzabile", se quello che ho descritto fosse comune o solo la mia personale esperienza. Però è un dato di fatto che a tanti utenti dell'epoca social, sia fra i più giovani che fra i più anziani, manca la palestra dei forum. Palestra che per me è stata inestimabile per capire quanto peso abbia la forma del discorso, la retorica che si usa e, ancora di più, quella che si evita; quanto sia importante essere precisi ed articolati nelle proprie argomentazioni, anche nell'epoca in cui si predilige indegnamente la semplicità viralizzabile.

La prossima volta che dibatterete con un qualche buongiornista su Facebook, provate a far finta di essere su un forum. Siate pungenti, ma non aggressivi. Niente benaltrismi. Niente blast infantili e acchiappa-like. Argomentate senza slogan e senza generalizzazioni. Non scrivete per voi stessi, ma per gli altri, sia gli interlocutori che i possibili lettori che potrebbero capitare su quella pagina fra sei mesi. E spingete il vostro interlocutore a fare altrettanto. Chissà che così la dialettica, il confronto, non tornino ad avere un senso e un'utilità.


[1] Per dire: vedo anche persone di sinistra cadere in queste trappole (i tifosi del PD, da dopo il 4 marzo, sono esilaranti), laddove invece una volta sono riuscito ad avere una conversazione produttiva persino con uno di Casa Pound. Io, che rido ancora al meme della foto girata "a testa in giù".
[2] Ivi compresi gli edgelord, i memelord e i troll; ché lo so che oggi essere edgy provocatori a muzzo va di moda, ma non dimentichiamoci che, prima che la cultura di 4chan si diffondesse, li chiamavamo semplicemente "teste di cazzo".
[3] Peraltro, quando ci capitava di essere totalmente d’accordo contro un terzo, io mi sentivo come quando Goku e Vegeta combattono insieme, non so se mi spiego. Diventavamo una forza inarrestabile. Come quando difendevamo Metal Gear Solid: Peace Walker per il capolavoro che è.