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12 dic 2016

[Recensione] Broken Sword: Il segreto dei Templari




Fra tutti i mega-classici dell'era d'oro degli adventure game punta-e-clicca, Broken Sword (Broken Sword: The Shadow of the Templars) è uno di quelli tutt'ora più amati, spesso annoverato alla stessa stregua delle gloriose opere di Ron Gilbert e Tim Schafer, e ne ha ben d'onde: poche avventure grafiche a enigmi prima di allora erano riuscite a combinare così efficacemente l'umorismo in stile LucasArts con una storia thriller "seria".



«Parigi in autunno. Gli ultimi mesi dell'anno, e la fine del millenio.» George Stobbart, un turista americano in visita a Parigi, si trova in un piccolo bar della città a godersi la sua vacanza, quando un uomo vestito da clown entra nel locale, ruba una valigetta, e piazza una bomba, che poco dopo esplode uccidendo una persona. Decisosi a investigare su questo strano caso, unisce le forze con la bella giornalista Nicole Collard, insieme alla quale si lancerà in un'indagine che lo porterà al centro di una lotta secolare fra due antichi ordini alla ricerca di un manufatto perduto.



A un pubblico degli anni 2010, abituato a quasi un decennio di Dan Brown e Assassin's Creed, i temi della trama potranno sembrare già visti, ma non dimentichiamoci che stiamo parlando di un gioco del 1996, ovvero un tempo ben precedente al periodo in cui i templari erano un appuntamento annuale. E, soprattutto tenendo questo fattore in considerazione, la storia è decisamente solida: i misteri si dipanano, si susseguono e si infittiscono continuamente, alternandosi fra la cospirazione nel presente e la storia dei templari nel passato. Inseguire questa stratificazione di misteri è molto soddisfacente, spinge a ragionare molto su indizi sparsi per arrivare a ipotesi e agire di conseguenza. Le scene sanno creare tensione e senso d'urgenza (anche grazie al fatto che in quest'avventura morire per non aver pensato abbastanza in fretta è tutt'altro che difficile!). I dialoghi divertenti e di alta qualità danno a tutti i personaggi una caratterizzazione memorabile, ivi compresi alcuni NPC che nella storia sono poco più che passanti. I protagonisti, in particolare, pur essendo abbastanza banali e generici (tipici protagonisti hollywoodiani, potremmo dire) riescono a lasciare il segno, grazie all'evolversi graduale della loro relazione e, appunto, grazie agli eccellenti dialoghi. Mi sono trovato molto coinvolto nel mondo di gioco e sentivo che la mia identificazione con Nicole e George cresceva insieme al rapporto fra di loro.


Purtroppo, dal punto di vista del gameplay ha molti difetti, persino per un adventure game. Gli enigmi sono troppo, troppo anti-intuitivi, troppo trial-and-error (il che, come già scrissi per I Have No Mouth and I Must Scream, è un peccato mortale in un genere che dovrebbe basarsi sulla logica e il ragionamento). Soluzioni abbastanza semplici e sensate non funzionano per motivi imperscrutabili, e vengono invece richieste delle azioni che nessun essere umano sano di mente potrebbe mai dedurre logicamente

La sezione in Siria è particolarmente oscena da questo punto di vista: essendo il mio obiettivo di trovare dei soldi, come dovrei immaginare che suonare un campanello dopo aver accarezzato un gatto per farlo saltare su una mensola avrebbe fatto aprire una porta sulla quale sarebbe rimbalzata una pallina che avrebbe spaventato il gatto che avrebbe fatto cadere una statuetta che una volta ricoperta di cerone avrei potuto vendere a un turista che al mercato mio padre comprò? Se non mi viene fatto intuire che nel bagno c'è un oggetto che mi tornerà utile, o comunque se non mi viene in alcun modo data una ragione per entrarci, per quale motivo avrei dovuto lanciarmi nell'assurda ricerca della sua chiave, fra scopini del cesso e kebabbari assassini, per scoprire solo una volta entrato che ci avrei trovato un oggetto essenziale? Ci sono molti altri esempi di questo tipo, ma il succo è: un buon terzo degli enigmi sono abbastanza malfatti e sembrano nati più per essere gag che per essere dei puzzle. 

Anche alcune delle (molte) morti possibili sono abbastanza ingiuste: si va dal trial-and-error (non puoi sapere che c'è una minaccia finché non ci muori una volta) al pixel-hunting (ritentare più e più volte la sequenza finché non si trovano quei quattro pixel in croce che contengono l'oggetto su cui agire), entrambe situazioni parecchio frustranti.


Nonostante questo difetto (comunque facilmente risolvibile con una buona walkthrough e con tanto save scumming), rimane un classico del suo genere, che come molti adventure game dell'epoca sacrificava il gameplay in favore di trama, personaggi, e ricchezza dei dialoghi, raggiungendo in questi campi una qualità di tutto rispetto. Come forse sapete, ne esiste anche una versione "rifatta", che prende il nome di "Broken Sword: Director's Cut". Sinceramente, mi sento di sconsigliarla, quantomeno come prima giocata: il contenuto in più in cui si gioca nei panni di Nico è più che apprezzabile, ma la grafica è peggiorata (i disegni dell'originale erano stupendi), il contrasto fra il doppiaggio vecchio e quello nuovo si nota decisamente troppo, alcuni dialoghi sono stati rimossi, la riduzione dell'iconica narrazione iniziale di George è difficile da mandare giù, e la semplificazione di alcuni enigmi mi sa un po' di revisionismo storico, non so se mi spiego (io sono dell'idea che sia cosa buona e giusta fare l'esperienza dei giochi di una volta anche coi loro difetti, quantomeno a livello contenutistico, perché nessun medium artistico può crescere se la sua storia non rimane intatta). Quindi consiglierei una prima giocata nella versione "vanilla", e poi eventualmente una seconda nella versione Director's Cut per apprezzarne le aggiunte. Fortunatamente, GOG offre entrambe le versioni al prezzo di una, quindi consiglio di prenderlo da lì!

2 commenti:

  1. Nessun commento riguardo la capra in Irlanda? Please. L'ottusità degli enigmi in questa serie è LEGGENDARIA però è uno dei difetti che stranemente riesco a sorvolare per questa saga in particolare e non so esattamente perché, probabilmente perchè è così unica e originale. Adoro i personaggi, le storie, le ambientazioni e tutte le bizzarre situationi.

    Broken Sword è una delle mie serie punta e clicca preferite, anche se il primo è il migliore perciò da qui è tutto in discesa... :P Il terzo tocca il "fondo" in termini di qualità e non ho mai giocato il quarto ma dovrebbe essere simile. Fortunatamente la serie si riprende grazie all'ultimo capitolo uscito l'anno scorso(La maledizione del serpente)che non solo è un grande tributo ai fan di questa serie così longeva, ma è anche un buon gioco.

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    1. Mioddio, la cazzo di capra. Una capra legata in un castello chiuso da chissà quanti anni.

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