Foto di Charly Triballeau, RTL.fr |
Il fenomeno dei gilet gialli in Francia, a prescindere da qualsivoglia considerazione sulla sua natura e la sua portata, ha dato origine a numerose discussioni riguardo il suo punto di partenza, il suo elemento scatenante: la "ecotassa" sui carburanti volta a scoraggiare l'uso di automobili a benzina a favore di mezzi pubblici e automobili più ecologiche.
Ignorando il fatto che questa sia stata solo la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso, e che la protesta ha origini molto più diffuse e profonde, ho trovato molto interessante il fatto che alcuni commentatori abbiano difeso la necessità di imporre con la forza provvedimenti ecologici anche se impopolari.
Il concetto, di per sé, è a mio avviso condivisibile: di fronte a una situazione climatica che minaccia la sopravvivenza stessa della civiltà umana, e in cui lo smog provoca ogni anno centinaia di migliaia di morti premature, i provvedimenti per impedirlo passano sopra a qualunque altra considerazione, che piacciano o meno ai cittadini.
Ecco un esempio. |
Ammesso, però, che quei provvedimenti siano davvero utili a quello scopo. Ed è qui che casca il proverbiale asino.
Imporre una tassa orizzontale sulla benzina e basta, a suon di "Non hanno i soldi per il diesel? Che si comprino un'auto elettrica!" (echeggiando il più famoso "che mangino brioche!", e forse non è un caso che anche stavolta fra i francesi sia aleggiata l'idea della ghigliottina) è una mossa talmente vuota, talmente ridicola, talmente miope, che persino il M5S (notoriamente tutt'altro che un tabernacolo di premi Nobel) ne ha tirata fuori una migliore, quando ha proposto una tassa sull'acquisto di auto a benzina nuove e l'ha accompagnata a incentivi per l'acquisto di auto elettriche. Le ragioni sono molteplici:
- Le persone usano l'automobile per andare a lavorare, o comunque per viaggi non rinunciabili.
- Non tutti hanno i soldi per permettersi di cambiare auto, quindi una tassa di questo tipo punisce le persone per ciò che hanno già (magari una Golf di vent'anni fa o un pandino comprato usato nel 2010) invece di aiutarli a cambiare.
- Non tutti vivono o lavorano in luoghi dove ci sono distributori di GPL (per dire, il più vicino a me è a 30km da casa mia).
- Non tutti vivono o lavorano in luoghi dove i mezzi pubblici sono frequenti e capillari. Per esempio, mio padre non avrebbe nessun modo di recarsi al lavoro con mezzi pubblici, se non trasformando un viaggio di 20 minuti in uno di 90 minuti con lunghi tratti a piedi.
- Non tutti vivono o lavorano in luoghi dove muoversi a piedi o in bicicletta è praticabile.
- Non tutti svolgono attività d'ufficio, o comunque tali da poter rinunciare all'auto privata: ad esempio, sfido chiunque a fare il musicista o l'elettricista in autobus. Portare 40-50kg di attrezzatura (dal valore di migliaia di euro) in autobus, all'andata verso un localino sperduto in culo ai monti, e soprattutto al ritorno, dopo il concerto, alle due di notte.
- Aumentare il costo della benzina significa aumentare il costo dei trasporti, il che percorre tutta la filiera verso il basso facendo alzare il prezzo di T U T T O. Dai pannolini ai libri, dalla pasta ai vestiti, e anche i mezzi pubblici. Ovviamente a danno delle classi meno agiate. Mi si dirà: infatti bisogna convertire anche in quel campo l'alimentazione da benzina ad altro. Benissimo: si faccia quello. Ché cosa glie ne frega alla grande distribuzione di pochi euro in più di benzina, se tanto qualunque spesa extra sostengano possono scaricarla sull'anello successivo della catena, magari pure ricavandoci un guadagnino extra se sono furbi?
- L'inquinamento da auto private è una percentuale tutto sommato esigua del totale, paragonata ad esempio agli aerei, all'industria, alla grande distribuzione, all'allevamento (il solo settore caseario è responsabile del 4% dei gas serra su scala mondiale, altre fonti attribuiscono all'allevamento intensivo nel suo complesso addirittura il 20% delle emissioni), all'importazione di frutta esotica o fuori stagione.
- Anche parlando del solo inquinamento delle auto private, quello provocato dagli scarichi è solo una parte rispetto a quello provocato, ad esempio, dalle particelle liberate nell'usura di freni e pneumatici, che ovviamente rimarrebbero anche con auto elettriche o a metano.
E se potessimo far sì che, semplicemente, metà di queste persone non abbiano più il bisogno di muoversi così di frequente? |
La verità è che, chi sostiene misure come quella di Macron, è favorevole alla difesa dell'ambiente anche con "misure impopolari" soltanto finché sono impopolari presso il "popolo bove", finché si tratta di colpire solo le abitudini di qualche cittadino e il portafoglio di qualche campagnolo senza intaccare minimamente lo status quo macroeconomico, senza alterare significativamente le tendenze all'urbanizzazione, allo sradicamento, alla crescita del PIL come scopo fine a sé stesso.
Già, perché se vogliamo parlare di prendersi la responsabilità di tenere a freno l'inquinamento anche a costo di provvedimenti impopolari, allora benissimo, sono perfettamente d'accordo:
- Prendiamoci la responsabilità di dire che attaccare il cambiamento climatico attaccando le sole auto a benzina è come svuotare il mare con uno scolapasta.
- Prendiamoci la responsabilità di dire che bisogna ripensare totalmente la distribuzione e la produzione di merci su scala globale.
- Di dire che bisogna almeno dimezzare la produzione e il consumo di carne in tutto il mondo, ad esempio con un equivalente delle quote latte.
- Che bisogna ridurre i consumi, in generale: produrre meno, gettare via meno, creare cose che durino, fare più manutenzione.
- Che bisogna mettere un limite agli spostamenti via aereo, con buona pace dei turisti e degli uomini d'affari.
- Che bisogna favorire il lavoro telematico da casa per ogni tipo di lavoro d'ufficio, ché vedere un impiegato, nel 2019, farsi 20km ogni giorno per lavorare su un foglio Excel è un insulto all'intelligenza umana.
- Che tutte 'ste lucine di Natale ogni anno che durano da Novembre a Febbraio, accese h24, sono uno spreco intollerabile.
- Che tutti 'sti negozi che ogni notte tengono le luci accese anche da chiusi, per nessuna diamine di ragione se non per far vedere la merce alla movida nottambula, sono uno scempio da vietare immediatamente e senza remore.
- Che tutti 'sti lavoratori di Torino che ogni giorno vanno a lavorare a Milano, mentre altrettanti lavoratori di Milano devono ogni giorno andare a Torino, sono un'idiozia imbarazzante.
- Che sistemi di air conditioning che vadano sopra e sotto una certa temperatura semplicemente non devono essere costruiti, e se ti tieni 26° in casa a Gennaio perché ti piace stare in canottiera sei un criminale.
- Di dire che il trasporto dei prodotti deve essere centralizzato e razionalizzato per limitare il più possibile il numero di viaggi, anche a costo di renderlo più lento, con buona pace dei clienti Amazon Prime.
- Che tutti questi sacchetti e sacchettini e imballaggi e imballaggini e bottiglie e bicchieri e posate di plastica semplicemente non devono più essere prodotti, punto.
- Che almeno una parte delle coltivazioni per olio di girasole deve essere convertita ad olio di palma, che ha un rendimento per ettaro dieci volte maggiore. Oh, questo sì che è impopolare!
Rendiamoci conto che, se vogliamo DAVVERO parlare di manovre ecologiche per evitare il disastro, il nemico non è il pendolare con la Fiat scassata che ha trovato lavoro in un posto dove non arrivano il pullman, ma è uno e uno solo: il libero mercato.
Possiamo chiamarlo consumismo, globalizzazione, neoliberismo, attaccatelo da quale angolo volete, ma quello è.
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