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24 mar 2017

[Musica/About me] STRAIGHT TO PAIN - Earthless

Per la serie "So che l'auto-pubblicità è una cosa squallida ma se avessi una dignità non sarei qui", vorrei approfittare di questo spazio gentilmente concessomi da me medesimo per fare un po' di pubblicità a un progetto a cui ho partecipato.

Mi sono unito agli Straight to Pain, gruppo metalcore savonese, a inizio 2015, eccezionalmente in qualità di bassista. Né il metalcore/death metal né il basso sono mai stati in particolare la mia cup of tea, ma l'azzardo che è stato per me entrare in quel gruppo si è rivelato una delle decisioni migliori della mia vita. Ho incontrato musicisti e amici straordinari, ho rinvigorito il fuoco della mia creatività, mi sto divertendo da morire, e ho raggiunto un obbiettivo che sognavo da tempo: ho registrato e pubblicato un album. 

Un EP, per la precisione: Earthless. Potremmo quasi definirlo un concept album, nel senso che tutte le canzoni sono percorse da un unico filo conduttore: la fine di tutte le cose, la morte spirituale e fisica del mondo, provocata dai peccati e dalla cecità di un'umanità che ormai ha perso tutte le occasioni per fermare una discesa ormai inarrestabile verso l'inferno. Per trasmettere questa sensazione, abbiamo puntato a un suono sporco, non prodotto, che ricalcasse il più possibile la nostra resa dal vivo. Batterie, basso e chitarra sono stati registrati separatamente ma in presa diretta, usando esclusivamente i suoni delle nostre pelli, dei nostri effetti, dei nostri amplificatori. Musicalmente è stato un grosso passo avanti rispetto al loro lavoro precedente, Horizon Calls, in quanto ci siamo mossi verso un sound meno metalcore e più vario, unendo elementi black metal (Roots of Desperation, Everything Dies), groove metal (No One Left to Save), thrash metal (Everything Dies, No One Left to Save), e melodic death metal (Whisper of War, Let It Burn); e in quanto, oso dire, il growl del nostro Simone è decisamente migliorato.

Chiaro, non è un album "per tutti", perché il death metal può non piacere; e ovviamente lamentele, cose che cambieremmo ecc. ce ne sono, non saremmo musicisti se non ci considerassimo sempre imperfetti e migliorabili; tuttavia, personalmente, è un lavoro di cui vado molto orgoglioso. Abbiamo ricevuto buone recensioni, e il fatto che in tanti abbiano avuto difficoltà a classificarci con sicurezza è, per come la vedo io, un buon segno.

Vi lascio con il video promozionale dell'album, e tutti i link del caso. Se vi va, acquistatelo!

 

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