Kanashimi
no Belladonna
( 悲しみのベラドンナ )
Genere: drammatico, avant-garde, psichedelico, storico, erotico, tragedia
Questo è uno di quei film estremamente difficili da descrivere. Pubblicato nel 1973, conclude la trilogia
"Animerama" creata da Mushi Production e Osamu Tezuka, tre film animati collegati
tematicamente di stampo molto adulto e molto
sperimentale. E quest'ultima è forse la caratteristica più degna di nota del film: i
disegni alternano minimalismo a sequenze assurdamente psichedeliche, carrellate
su acquerelli immobili e sequenze animate estremamente
simboliche. Insieme alla colonna sonora, composta in gran parte di pezzi
malinconici cantati, crea un'atmosfera straziante, opprimente, surreale,
disturbante e quasi onirica. Credo si possa definire un film anime non solo
originale ma assolutamente unico; unico di quell'unicità che non può che essere
tale, nel senso che questo stile non dovrebbe mai assurgere a
regolarità, ma nella rarità risulta indubbiamente geniale e intellettualmente
stimolante. Da un lato, questo stile surreale-simbolico (e altamente... ehm... "freudiano") rende alcune scene molto intense nella loro tragicità, ma dall'altro ne rende altre talmente fuori di
testa che diventa difficile mantenere qualunque tipo di sospensione
dell'incredulità (ad esempio quell'enorme orgia realizzata come figure
intrecciate nei capelli di Jeanne, con cose tipo genitali che diventano giraffe,
una lumaca che entra in un'ostrica, e cani che... fanno cose con le persone).
Dal punto di vista della
trama, ispirata al trattato "Satanism and witchcraft" (che descrive
la stregoneria medievale come essenzialmente un atto di ribellione contro il
feudalesimo e la chiesa da parte delle donne; libro che è stato ampiamente
provato come non accurato né credibile), il concetto di base è abbastanza
semplice. Jean e la splendida Jeanne sono sposini felici e innamorati, ma
essendo troppo poveri per pagare al signore feudale una imposta per dare il suo
assenso al matrimonio, questo stupra e fa stuprare Jeanne in nome dello "ius primae noctis" (che in realtà non è mai esistito, quantomeno non come diritto legalmente riconosciuto, ma sembra essere stato solo inventato dalla propaganda illuminista per far sembrare l'Ancien Régime più barbaro di quanto già non fosse).
La scena è assolutamente straziante senza essere esplicita, e a
mio avviso una di quelle in cui lo stile del film raggiunge il suo apice.
Devastata da questo evento e dalla propria impotenza, Jeanne viene visitata da
uno strano spirito falliforme che le promette potere e vendetta. Questo sarà
l'inizio di una parabola che porterà Jeanne a stringere un patto col diavolo.
In the Court of the Crimson King. Tipo. |
Ora, la trama in sé è semplice, e di primo acchitto sembra prendere la forma di una classica tragedia: la protagonista viene lanciata verso un destino facilmente prevedibile da un misto di colpe sue e di circostanze fuori dal suo controllo. E in quanto tale, è ottima: raccontata bene, diretta bene, trasmette benissimo il senso di impotenza di Jeanne, la sua rivalsa, la sua tragica eppure orgogliosa caduta. Il problema sorge sul finale, quando una o due scene (che sembrano quasi attaccate lì in un secondo momento) sembrano voler dare un senso "ulteriore" al film, di stampo forse femminista, che per come è strutturato non può assolutamente avere. Discussione ulteriore sotto spoiler, anche se non troppo spoilerosa.
Secondo me, è stata un'aggiunta dell'ultimo minuto per cercare di dare un senso "impegnato" che nelle idee iniziali e nel film stesso non era assolutamente presente, e soprattutto non era assolutamente necessario.
Ciònonostante, è un film che consiglio vivamente a chiunque abbia un interesse serio nell'animazione giapponese come medium artistico, perché è qualcosa di unico e molto affascinante. Può non piacere (come a me non ha fatto impazzire), può lasciare profondamente confusi, ma merita di essere visto.
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