Argomenti

30 ago 2019

[Rant] Siate curiosi - nonostante tutto

Nella mia duplice attività lavorativa a contatto con studenti, una delle cose che più mi impegno a cercare di trasmettere ai ragazzini è la passione, la curiosità, il senso di meraviglia che deriva dall'imparare, l'importanza della cultura e della conoscenza a prescindere da tutto. Perché, più di ogni altra cosa, ritengo che per un cittadino sia fondamentale restare curiosi, nonostante la scuola.

Sì, nonostante la scuola. Il sistema d'istruzione italiano, pur con i suoi numerosi e innegabili pregi, è purtroppo largamente improntato a un insegnamento nozionistico fine a sé stesso, mentre le più recenti riforme hanno invece cercato di muoverlo in senso biecamente utilitaristico, mirato cioè all'immediata spendibilità nel mondo del lavoro. Insomma, una delle peggiori combinazioni possibili. Aggiungiamo un corpo docente spesso tragicamente inadeguato, e il quadro risulta drammaticamente desolante.

Intendiamoci: esistono insegnanti straordinari, vivi di sincera passione per la loro materia, in grado di trasmettere non solo le nozioni previste dal programma ma anche quella gioia e quel trasporto che illuminano loro gli occhi mentre spiegano, con cui si complimentano con un alunno che riesce bene e spronano a migliorare un altro in difficoltà, come una sorta di virus benefico che dovunque riesca ad attecchire trasforma per il meglio i giovani. Da questo punto di vista, io posso dire di essere stato fortunato, perché ne ho avuti parecchi: le mie passioni per l'inglese, per il latino, per la storia dell'arte, per la politica, per la letteratura, per le religioni orientali, per Yukio Mishima, per l'antropologia, per la storia ecc. hanno la loro radice in nomi, cognomi e facce ben precisi, verso cui nutro una gratitudine infinita, verso cui ho un debito che non potrò mai davvero ripagare.

Insegnanti di questo tipo esistono, e sono un inestimabile patrimonio dell'umanità che viene riconosciuto troppo poco.

Ma diciamoci la verità: come esistono questi fulgidi esempi, esistono anche gli estremi opposti, ovvero persone in grado, con le loro scarse qualità umane o professionali, di rendere irreversibilmente odiosa e incomprensibile qualsivoglia disciplina.

Per come è strutturata, spesso la scuola italiana compartimentalizza e sfianca la naturale curiosità dei ragazzi, svilendola in un'attività meccanica volta solo alla prossima  interrogazione; e quando si cerca di giustificarla a giovani comprensibilmente annoiati e con la testa altrove, tutto quello che si riesce a dire è: 

"se non studi poi non arriverai da nessuna parte nella vita".
Questa è la cosa peggiore che si possa dire.


Innanzitutto, perché si sminuisce lo studio ad attività rozzamente utilitaristica. Deve essere fermamente rigettato qualsiasi discorso che parta dal presupposto che la scuola debba sfornare ragazzetti impacchettati a puntino al solo fine di accontentare un mercato del lavoro che della loro qualità umana se ne frega. Non solo: formare un ragazzo solo per renderlo appetibile quando dovrà vendersi a un qualche padrone significa formare non un cittadino, ma un utensile, un attrezzo con una data di scadenza, che sarà gettato via nel momento in cui un'innovazione tecnologica o un mutamento del mercato renderanno le sue competenze obsolete; al contrario, una persona capace della passione e del discernimento necessari per imparare continuamente ("per essere in grado di leggere un manuale", come dice spesso Marco Rizzo) sarà sempre in grado di ri-formarsi e di adattarsi ai cambiamenti del mondo.

In secondo luogo, perché si fomenta un sentimento che sboccia in domande ovvie e, dato il contesto, perfettamente sensate: ma a cosa mi serve? A cosa mi serviranno mai le disequazioni di secondo grado e la storia dei popoli precolombiani, nella vita, se tanto da grande voglio fare il calciatore? Ma a cosa mi serviranno mai il latino o la filosofia, se tanto poi voglio fare il programmatore? Se poi la scuola stessa vira drammaticamente verso quello scopo, ad esempio con l'alternanza scuola-lavoro, come si fa a dargli torto? E come si fa poi a stupirsi per quei "milanesi imbruttiti" di quelle famose interviste su Facebook?

Io dico di no: io dico che la conoscenza, qualunque conoscenza, è di per sé stessa nobile e degna di essere ricercata, a prescindere da qualunque altro fattore. Io dico che sapere l'aramaico antico o il funzionamento del sistema cardiocircolatorio sono cose nobili e lodevoli anche se poi di mestiere si fa il fabbro. Io dico che saper discernere il giusto tempo di cottura per una lasagna o ricordare a memoria la discografia di John Coltrane o il To Be Or Not To Be in lingua Klingon sono cose nobili e lodevoli anche se poi di mestiere si fa il neurochirurgo o l'amministratore delegato.

Specializzazione e settorializzazione sono per le macchine,
non per gli esseri umani.

Io dico che non esistono "arti alte" o "arti basse", e che qualunque fruizione di prodotti dell'intelletto umano, da Fabio Volo a Marcel Proust, dal cinema concettuale a Love Live!, è di per sé stessa positiva. Sarà la fruizione stessa a rendere sempre più esigente e raffinato il vostro gusto.

Io dico che non siete il vostro lavoro o il vostro titolo di studio o il vostro "cosa vuoi fare da grande": siete delle persone con delle capacità intellettuali enormi, di cui il lavoro è solo una delle applicazioni.

Io dico che l'infinità della meraviglia e della gioia che si possono ricavare dalla natura, dal proprio corpo, dalla storia, da ogni campo del sapere e dell'attività manuale umana, è troppo grande per poter mai, davvero, essere soddisfatti del punto che si è raggiunto. Io dico che se il nostro cervello è biologicamente programmato per secernere un ormone quando impariamo qualcosa, e se quell'ormone ci dà dipendenza, un motivo c'è. Come una droga inebriante che non dà effetti collaterali al di fuori di un'inestinguibile voglia di vivere.

Io dico che il sapere, la conoscenza, il piacere che ci viene dallo scoprire, dall'imparare, sono una delle più grandi gioie che ci sono concesse in questa futile valle di lacrime, in questo mondo pieno di tribolazioni e persone che non mettono la freccia in rotonda, e che perdere la pulsione verso quella gioia è uno dei più grandi mali che si possano arrecare a sé stessi.

Io dico che essere buoni cittadini, buoni esseri umani, è molto più importante che essere buoni ingranaggi della grande macchina. 

Io dico che saper interpretare la realtà, in quante più forme possibile, sia il modo migliore per diventare in grado di tutelarsi dagli inganni del potere, dei falsi miti di progresso, dei delinquenti, dello status quo, degli sfruttatori, del sociale spacciato come naturale. Insomma, per prendere le decisioni più giuste per la propria felicità.

Siate curiosi. Sempre.
 Nonostante la scuola. Nonostante il lavoro. Nonostante la vita.

25 ago 2019

[Angolo del Mugugno] A.d.M. 8 - Di crisi e tradimenti

Bentornati all'Angolo del Mugugno, la rubrica sempre più occasionale in cui mi lamento di cose, prevalentemente aventi a che fare con la politica perché sono una persona noiosa con hobby noiosi.
____________________

1) Ah shit, here we go again.


2) Questo eccellente articolo de Il Post spiega come Annatar abbia scelto accuratamente il momento peggiore possibile per aprire il discorso crisi. O meglio: il momento peggiore per noi tutti, ma potenzialmente il migliore per sé stesso.



3) La mia ipotesi iniziale era che il novello DJ confidasse nel "senso di responsabilità" altrui per scommettere non sul voto immediato ma su un qualche governo tecnico o una qualche maggioranza transizione quantomeno per gestire la manovra economica, cosa che gli permetterebbe di gridare all'inciucio e fare il bel verginello mentre pioveranno le solite manovre lacrime e sangue. Ma in caso di elezioni, i tempi tecnici sono tali che l'aumento dell'IVA scatterebbe quasi certamente (come spiega bene l'articolo), e a quel punto il leader leghista potrebbe provare a dare la colpa agli altri "attaccati alla poltrona" per aver allungato i tempi e ritardato l'insediamento dei suoi "pieni poteri".
Annatar non solo riesce a portare a casa il TAV (con sommo godimento dei suoi finanziatori), non solo riesce a disinnescare un po' di questioni care al M5S, e molte altre care a me personalmente (discussione sul salario minimo, riforma della giustizia, iniziative per la conservazione del folklore locale italiano, ridiscussione delle concessioni autostradali ai Benetton, tematiche ambientali ecc.), ma riuscirà a sembrare "innocente" di fronte all'elettorato se IVA e DEF vanno male.



4) Se certamente Annatar ha tradito il governo per interessi personali e di partito (e non certo su questioni sostanziali, dato che l'ha quasi sempre avuta vinta su tutto), è pur vero che il M5S non è estraneo a tradimenti ideologici. Il più recente, quello del TAV, è forse il più grande e il più irreparabile, ma arriva alla fine di altri rospi non meno gravi: dall'ILVA al voto a Ursula von der Leyen, dalla mancata autorizzazione a procedere ai Benetton in Alitalia, per non parlare di quel Reddito di Cittadinanza diventato un anemico sussidino di disoccupazione. Si sono rivelati ingenui, privi di qualsivoglia solidità ideologica, strategia politica, capacità di analisi, e soprattutto, coraggio e coerenza, disattendendo sistematicamente una a una le loro idee migliori.

4bis) Anche oggi quell'orrida mangiatoia del TAV si ferma domani, e ancora per un po' spenderemo soldi fingendo di voler fare un'opera "strategica e urgentissima" da trent'anni. Anche oggi Lega, PD e FI palesano la loro sostanziale omogeneità sulle scelte economiche di rilievo. La migliore opposizione al governo l'ha fatta il governo stesso, mentre la minoranza parlamentare è rimasta per mesi inscatolata in indignate ironie sulla polemica della settimana (spesso incentrata su questioni di decoro o di principio piuttosto che su effettive leggi o azioni concrete) buone solo a tenere Annatar fisso in prima pagina, mentre le sue peggiori porcate sono state ignorate, lasciate scorrere nel dimenticatoio, o addiritura approvate.
4tris) Quando il sole della politica è basso sull’orizzonte, anche Di Battista proietta grandi ombre.

L'ineffabile Zinga (cit.)
5) Di fronte a questa crisi, il PD, principale partito d'opposizione, si fa trovare perfettamente pronto: infatti hanno subito iniziato a litigare, a sabotarsi a vicenda e a collezionare clamorose giravolte. Renzi, che quando poteva prevenire il contratto gialloverde ha chiuso la porta in faccia a qualunque trattativa col M5S  ("il popolo ci ha votato all'opposizione", ricordate?), oggi invoca l'accordo coi grillini. Zingaretti si dichiara contrarissimo, ma poi, ovviamente, capitola, quasi come se lì dentro non comandasse lui. Inoltre, si stanno imponendo per un no deciso a Conte, che è non solo di gran lunga il migliore di tutta la compaggine gialloverde (opinabile), ma è anche il leader politico più gradito d'Italia (fattuale, secondo i sondaggi). Complimenti, ragazzi, siete incredibili: non ne azzeccate una nemmeno per sbaglio.
5bis) Incidentalmente: non vorrei dire "ve l'avevo detto che PD e M5S sono più vicini di quello che entrambi credano e un accordo fra loro sarebbe più naturale che uno con la Lega", però... ve l'avevo detto.



6) NEW RULE: Chi, in politica, fa uso di argomenti tipo "dite sempre no a tutto", "il partito del no contro il partito del sì", "non si può stare sempre fermi e dire sempre no", "quelli che amano contro quelli che odiano" ecc., è un imbecille.
Scusate, di solito cerco di metterle giù in modo più sagace e meno insultante, ma sono troppi anni che sento ripetere queste fesserie infantili, questi patetici capricci da asilo nido del più arretrato paesello nel profondo Alabama, queste retoriche talmente evidenti nella loro insostanziale nullità che se mi mettessi ad argomentare per attaccarle mi sembrerebbe di insultare l'intelligenza di chi legge, che a un certo punto mi finisce la pazienza. Fuuu, scusate, avevo bisogno di sfogarmi.

6bis) «Scusa, puoi regalarmi 30.000€? Posso venire a casa tua a provarci con tua figlia di 11 anni? Posso rigarti la macchina con una chiave disegnando un gigantesco pene? Posso usare i soldi della tua pensione per costruire una statua equestre in uranio massiccio per onorare Yui Hirasawa di K-On? Ehhh, ma dici sempre di no a tutto, è coi sì che si cambia l'Italia!»



7) Gli sviluppi più recenti mi hanno fatto riconsiderare la mia ipotesi iniziale. Annatar, infatti, sembra tentare di ricucire lo strappo. Dal "il mio telefono è sempre acceso", al ritiro della mozione di sfiducia contro Conte, fino addirittura a proporre la premiership di Di Maio. Come se si fosse accorto di aver commesso un madornale errore di calcolo, o come se qualcuno (compagni di partito o referenti esterni) glie l'avesse suggerito, o come se, contrariamente a come immaginavo, non avesse previsto la possibilità di una nuova maggioranza di legislatura. Se il suo piano fosse stato quello che ipotizzavo io, non credo avrebbe fatto tutte queste giravolte e tutti questi piagnistei decisamente poco dignitosi. Ma forse c'è un'altra cosa che non aveva previsto, e che non avevo previsto nemmeno io: la mossa, pare, è costata consensi alla Lega e al suo leader in particolare.

7bis) Annatar ha fatto cadere un governo in cui poteva spadroneggiare da un ministero chiave per la propria area propagandistica, per consegnarsi all'opposizione nella speranza che questo faccia gonfiare i suoi consensi venturi. Sapete... so che per tanto tempo ho detto che stavamo sottovalutando la sua intelligenza strategica, ma forse adesso abbiamo esagerato nell'altro senso. A quanto pare, da capitano a pagliaccio il passo è breve.



8) Un esecutivo M5S-PD cosa otterrebbe, col pagliaccio a fare il bel verginello all'opposizione? Sarebbe litigioso quanto quello gialloverde quindi difficilmente arriverebbe a fine legislatura, costerebbe consensi a entrambi (molti elettori dem preferiscono la Lega ai grillini, e molti elettori grillini preferiscono la Lega ai dem), ed è presumibile che si macchierebbe di manovre economiche estremamente impopolari (nessuno dei due ha la minima prospettiva di cambio di sistema, e il Mov si è dimostrato estremamente cedevole). Insomma: significherebbe solo spostare il trionfo elettorale della Lega in avanti di un anno o due. Davvero l'arrivo di Salvusconi o Salveloni è inarrestabile, e Annatar va lasciato sgonfiare?

Non è detto. Il delirio d'onnipotenza e di personalizzazione derivante dal trionfo alle europee (la storia recente di quell'altro Matteo ci insegna: stravincere alle europee non porta bene) ha già spinto il leader leghista a fare un passo falso, una scommessa troppo ardita a cui ha cercato di rimediare umiliandosi clamorosamente, e una leggera flessione nei consensi c'è già stata. Non è da escludere che abbia già toccato il "punto Renzi" e sia già nella fase calante della sua parabola. Per la prima volta dopo molti anni, non so cosa aspettarmi dai prossimi sviluppi politici. Ne vedremo delle belle. Verremo salassati nel nome de ( ノ ゚ー゚)ノI M E R C A T Iヽ(゚ー゚ヽ), ma ne vedremo delle belle.
 
8bis) Nel frattempo, non lasciamoci distrarre dall'argine al babau, o dalla gloriosa cazziata che il presidente Conte gli ha impietosamente rovesciato addosso mentre lui faceva spallucce e facce buffe: qualunque cosa verrà dopo non sarà una panacea, non sarà amico dei lavoratori e dell'ambiente. Quando questa marea si ritrarrà, noi dobbiamo essere pronti. Dobbiamo infilarci in ogni contraddizione della melma che verrà, e ricostruire un movimento che davvero guardi a un cambio di sistema.



9) Però vi prego: se davvero si farà 'sto governo PD-5S, non chiamatelo "giallorosso". Mi si rivoltano le budella a sentir definire "rosso" il PD.



10 ago 2019

[Recensione] Blades of Time


Dopo un X-Blades certo funzionale ma malamente fallito in termini di vendite e recensioni, i Gaijin Studios nel 2012 hanno tentato con questo sequel\reboot di dare una seconda chance alla bella Ayumi, cacciatrice di tesori dalle lunghe trecce e dalle lunghe spade.

Rispetto al precedente, Blades of Time non solo abbandona lo stile anime e dà alla sua protagonista una personalità radicalmente diversa, ma tenta un gameplay più raffinato e una trama più elaborata: Ayumi e il suo partner Zero attaccano una misteriosa setta che possiede una Sfera in grado di trasportare chiunque la usi a Dragonland, un mondo mitico dove si dice si possano trovare inestimabili tesori, ma da dove nessuno, nemmeno i membri della Gilda, è mai riuscito a tornare. Fra distorsioni misteriose e rovine di magnifici templi, e guidata da misteriosi Altari e da uno spirito-drago, Ayumi viene presto attaccata da mostri orrendi che la invischiano in un conflitto millenario fra Ordine e Caos.

Ayumi alterna liberamente l'uso di spade e fucili. Screenshot dal sito ufficiale.

Pur nella sua semplicità, questa trama insulsa è raccontata abbastanza bene. L'intreccio riesce a mandare fuori strada il giocatore più volte, a trasmettergli un senso di totale spaesamento prima e a fargli credere di aver capito tutto dopo, per poi arrivare a una rivelazione che riesce a risultare sia sorprendente sia perfettamente sensata (i pezzi del puzzle vanno esattamente al loro posto e il quadro che ne esce è perfettamente coerente). Purtroppo i personaggi risultano scialbi nella migliore delle ipotesi e insignificanti nella peggiore, con motivazioni debolissime, personalità inconsistenti e dialoghi francamente imbarazzanti. Si salvano, Ayumi in particolare, solo grazie a un character design efficace.

Uno, in particolare, degli inganni della trama è dato dall'assenza di finali multipli; nel senso che tutto il gioco, e un paio di scene in particolare, sembrano puntare a creare indecisione nel giocatore, a rievocare dialoghi precedenti per spingerlo a scegliere a chi debba credere, apparentemente preparando una o più scelte da cui far dipendere il finale del gioco... solo che poi queste scelte non ci sono. Il finale è talmente vuoto e insoddisfacente da odorare nettamente di "bad end", ma non c'è nessun "good end" verso cui lavorare.
 
Visivamente, non è affatto male: grafica, ambienti e chara design.

Non è l'unico elemento che rivela l'ombra di una meccanica probabilmente progettata ma poi tagliata: ad esempio, il primo Altare che si incontra annuncia con grande enfasi il fatto che ora Ayumi sia in grado di assorbire il Qi dei nemici uccisi, e che lo dovrà poi scambiare con gli Altari per ottenere potenziamenti; insomma, sembra annunciare una meccanica di level-up analoga a quella di X-Blades, in cui il giocatore accumula punti combattendo e rompendo oggetti e poi li spende per comprare potenziamenti, quindi dovendo scegliersi la strategia e la build in un certo modo. Solo che poi, di tutto 'sto Qi, non se ne fa nulla: gli Altari elargiscono direttamente i potenziamenti senza alcun negozio, e alla fine del gioco li si possiedono letteralmente tutti.

Ed è un peccato, perché il gameplay nel suo complesso è solido. Un hack-and-slash alla Devil May Cry, con poche combo semplici e poche magie che man mano danno la possibilità di concatenare attacchi diversi per ottenere effetti devastanti. Su questo si innesta la gimmick del gioco, quella che gli dà il nome, ovvero l'abilità di riavvolgere il tempo. Prima che pensiate all'ovvio paragone con Prince of Persia: Sands of Time, in realtà la differenza è abissale: ogni volta che si riavvolge il tempo, si genera un "clone", un'ombra di Ayumi, che ripete le ultime azioni del giocatore fino al rewind, mentre la Ayumi "vera" ne può eseguire altre; si possono creare più cloni in questo modo. 

L'idea è molto interessante; viene usata principalmente per dei puzzle, o per abbattere nemici che richiedono un volume di fuoco particolarmente importante oppure che richiedono di essere distratti e presi alle spalle, ma secondo me non è stato sfruttato fin dove poteva arrivare. In particolare, è seriamente azzoppato da una questione tecnica purtroppo grave, cioè il fatto che ad ogni rewind i nemici si comportino in maniera radicalmente diversa, quindi annullando di fatto qualunque possibilità di eseguire tattiche complesse. Però devo ammetterlo, lanciarsi contro un boss, dargli fuoco, colpirlo con le spade potenziate dal fuoco, poi congelarlo con un clone (stordendolo per contrasto elementale) e colpirlo con l'attacco forte che fa danni aumentati ai nemici congelati, il tutto usando tre o quattro ombre temporali, e vedere così la sua barra di salute sparire in un attimo anche in modalità difficile, è davvero soddisfacente.


Ultimo ma non ultimo, una modalità multiplayer cagata sopra senza alcuna necessità, ma storicamente interessante perché data il gioco con una esattezza sorprendente. Infatti... è un MOBA. Un MOBA in terza persona e con tre soli "campioni", ma un MOBA. Ve la ricordate l'epoca in cui i MOBA erano i dominatori assoluti del mercato? In cui sembrava che sulla scena esistessero solo LoL, DOTA2 e Heroes Of The Storm? Prima che i più si accorgessero che passare ore su un gioco ripetitivo come la merda, da studiare per capirne le meccaniche più oscure e gli exploit più ignobili, con troll e griefer come se piovesse, con una comunità più tossica del polonio, con un bilanciamento osceno, che nascondeva abilmente dietro un muro di frustrazione e di "git gud" quanto in realtà fosse basato sulla fortuna, che campava su un business model ignobile, e che cambiava completamente ogni due-tre mesi vanificando ogni tuo sforzo di impararlo, più che un gioco era un secondo lavoro? E quindi sono tutti passati alla nuova moda, i BattleRoyale, che sono ESATTAMENTE come i MOBA secondo tutti i punti di vista che ho appena elencato e che quindi fra due-tre anni faranno la stessa fine? L'epoca di LoL, scalzata totalmente dall'epoca di Fortnite? In cui tutti i ragazzini giocavano solo a quello, mentre adesso giocano solo a quell'altro? Sembra passata un'eternità, vero? E invece cosa saranno, quattro anni? Ecco, Blades of Time è una reliquia dell'epoca in cui se volevi avere successo come gioco multiplayer dovevi essere un MOBA. Solo che Blades of Time è un MOBA ancora più moscio, insulso e ripetitivo del normale quindi già tipo mezz'ora dopo il rilascio non ci giocava più nessuno.

In definitiva, Blades of Time certamente funziona. Il gameplay è solido, la trama è insignificante ma efficace. In teoria, dovrebbe essere superiore a X-Blades secondo tutti i punti di vista. E invece, mi piace molto meno. Forse perché mi è venuto a noia prima, forse perché nonostante il bell'impatto iniziale di una grafica notevolmente migliorata più ci giocavo più mi rendevo conto dei bug e della legnosità generale... ma forse, più semplicemente, è solo perché in X-Blades vedevo un'anima, una passione sincera, una identità riconoscibile, mentre in Blades of Time tutto questo lo vedo schiacciato, appiattito attraverso un filtro di disperato cinismo e di cieco adattamento ai tempi, ridotto ad essere uno tanti insipidi, mediocri, anonimi action della sua generazione.

La qualità dei dialoghi... lascia un po' a desiderare. Screenshot dal sito ufficiale.

Una piccola nota finale a proposito dei dialoghi: l'ho giocato in inglese, e poi in giapponese coi sottotitoli in italiano. La traduzione italiana è chiaramente derivata dall'inglese, ma alcune frasi hanno triggerato il mio istinto di vecchio otaku che ha sentito odore di americanizzazione ad minchiam fatta introducendo giochi di parole, sassiness e imprecazioni in battute che originariamente non le avevano. Anche il fatto che Ayumi (e lei sola) abbia un accento inglese (certo adorabile, ma totalmente ingiustificato, se non per "richiamare" Lara Croft) mi ha dato la stessa sensazione. In effetti, il copione giapponese è sensibilmente diverso, molto più "piatto" e "matter-of-fact" della sua controparte inglese. Nessuno dei due è malaccio, intendiamoci (se non per certi effetti sulle voci dei nemici che li rendono totalmente inintellegibili), ma trasmettono caratterizzazioni totalmente diverse, quindi almeno uno dei due, per forza di cose, è un adattamento sbagliato del materiale originale. 
La domanda è: qual è la lingua originale? I Gaijin Entertainment dovrebbero essere russi, ma c'è anche la Konami di mezzo e la casa notoriamente si ispira allo stile giapponese, quindi...? Mi sento di suppore che la lingua originale non sia l'inglese. Dovrei provare a sentire la versione russa, ma non so il russo.