Ancora non sono molti i videogiochi che si avventurano nel parlare apertamente di temi sociopolitici d'attualità. Possono talvolta comparire come tematiche secondarie o come metafore, come il razzismo in Valkyria Chronicles, ma a parte Metal Gear Solid 2 non mi vengono in mente titoli in cui un certo tema d'attualità prenda un ruolo centrale nella trama o anche solo in parte di essa, come invece accade relativamente spesso in letteratura, cinema e teatro. A New Beginning, adventure game punta-e-clicca pubblicato nel 2011 dai piccoli Daedalic Entertainment e disponibile su Steam e GOG, tenta di fare esattamente questo con lo spinoso (quantomeno negli Stati Uniti, nel resto del mondo civilizzato abbiamo tutti quanti accettato l'importanza della questione) tema del cambiamento climatico.
Bent Svensson è un disilluso bioingeniere norvegese, pensionatosi a seguito di un brutto esaurimento nervoso, che ha dedicato tutta la vita alla ricerca di una nuova fonte di energia basata sulla fermentazione dei cianobatteri (qui chiamati alghe verdi-azzurre). Un giorno, riceve la visita di una ragazza, Fay, che si dichiara una viaggiatrice del tempo venuta dall'anno 2500 con una missione cruciale: impedire la catastrofe che ha causato un cambiamento climatico che ha reso la Terra del suo tempo quasi inabitabile, e nella quale gli ultimi superstiti della razza umana stanno per essere spazzati via da una tempesta solare che l'atmosfera non è più in grado di assorbire. L'unica speranza di salvezza è l'alga di Svensson.
Bent Svensson è un disilluso bioingeniere norvegese, pensionatosi a seguito di un brutto esaurimento nervoso, che ha dedicato tutta la vita alla ricerca di una nuova fonte di energia basata sulla fermentazione dei cianobatteri (qui chiamati alghe verdi-azzurre). Un giorno, riceve la visita di una ragazza, Fay, che si dichiara una viaggiatrice del tempo venuta dall'anno 2500 con una missione cruciale: impedire la catastrofe che ha causato un cambiamento climatico che ha reso la Terra del suo tempo quasi inabitabile, e nella quale gli ultimi superstiti della razza umana stanno per essere spazzati via da una tempesta solare che l'atmosfera non è più in grado di assorbire. L'unica speranza di salvezza è l'alga di Svensson.
Le cutscene si presentano come pagine di una graphic novel. Screenshot da GOG.com |
Se la trama vi sembra molto semplice e anzi un po' banale, è perchè lo è. Similmente, se semplificare la causa del cambiamento climatico ad un singolo evento catastrofico (invece che a un processo lungo, progressivo e globale), così come la sua soluzione a una singola invenzione salvifica (invece che a una catena collettiva e mondiale di sforzi e cambiamenti), vi sembra rendere il messaggio più infantile e meno credibile, è perché è così. Tuttavia, a difesa del gioco, i numerosi colpi di scena che si susseguono verso il finale mitigano notevolmente entrambi questi aspetti, e anzi permettono di portare a casa un messaggio certo non rivoluzionario, ma comunque relativamente effiacace.
Il risultato è una storia a tratti ingenua, ma sincera, e resa avvincente da protagonisti multisfaccettati a cui è facile affezionarsi, alcune scene d'impatto e alla narrazione asincrona degli eventi. Aggiungono alla resa emotiva anche una buona soundtrack (anch'essa acquistabile su Steam) e una sana dose di umorismo da adventure game. D'altro canto, la qualità abissale del doppiaggio inglese (soprattutto Fay! Ho scoperto troppo tardi che la lingua originale del doppiaggio è il tedesco, avrei dovuto giocarlo in lingua), di alcuni personaggi secondari (in primis i villain) e dei dialoghi certo non aiuta il gioco ad essere preso sul serio, e da lì a passare per preachy il passo è breve, quando certe battute e certe scenette sembrano messe su solo per far la predica.
Fra i puzzle figurano alcuni "mini-giochi" separati. |
In definitiva è un videogioco che posso definire senza dubbio coinvolgente, interessante e maturo nelle idee, ma a tratti ingenuo nell'esecuzione. Sia a livello narrativo quanto, ahimé, a livello tecnico, visti i tempi di caricamento atroci e gli occasionali bug (uno dei quali, in particolare, verso la fine, mi ha reso un enigma irrisolvibile costringendomi a ricaricare un salvataggio precedente; come in tutti gli adventure game in cui si può morire, salvate spesso, e su più slot diversi, ragazzi). Ma comunque meritevole di una giocata se la vostra fame di punta-e-clicca ogni tanto chiede qualcosa di più della solita rigiocata a Monkey Island 2 o a Syberia e anzi vorrebbe una storia un po' più "impegnata".
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