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16 set 2016

[Recensione] Science Girls


Science Girls è un JRPG indie vecchio stile, disponibile su Steam, con un comparto tecnico limitato ma funzionante e un'estetica a metà fra RPG Maker e visual novel giapponese. Ho comprato questo gioco attirato dal nome che ci sta dietro, poiché è stato prodotto e co-sviluppato da Hanako Games, che sarà poi autrice dell'eccellente Long Live the Queen. E in effetti se ne nota l'impronta caratteriale: nonostante sia un gioco senza molto da dire, è molto piacevole, ha un carattere non comune dato da un tono molto leggero e leggermente surreale, e alcuni sottotesti vagamente lesbici, perché è Hanako Games e se avesse uno slogan sarebbe "Hanako Games: Anime Visual Novels and Lesbianism since 2003".
 
Le protagoniste sono le sei ragazze del club scientifico della scuola, che si ritrovano a fronteggiare l'invasione di misteriose piante senzienti provenienti da un'altra dimensione... col potere della scienza! Le loro mosse sono basate sulle discipline in cui ognuna di loro è specializzata, per cui la ragazza esperta di chimica attacca con ampolle di veleno, la ragazza esperta di psicologia attacca psicanalizzando i nemici a morte (e quest'idea mi sembra sempre più figa e divertente ogni volta che ci penso), e così via. Dal punto di vista della storia e dei personaggi, non c'è molto di degno di nota: la storia è leggera, lineare e priva di complessità, niente più di una situazione, un insieme di difficoltà affrontate dal sestetto per fermare l'invasione. Le ragazze hanno una caratterizzazione varia ma basilare, trasmessa efficacemente da un character design in stile anime (d'impatto pur nella sua banalità), e da dialoghi divertenti che delineano bene le relazioni fra di loro, ma non c'è niente di particolarmente memorabile; quel pochissimo doppiaggio che c'è si limita a reazioni durante le battaglie, in cui parlano in giapponese e... miagolano. Giuro, miagolano. Attaccano: "Nyaa!"; prendono colpi: "Myaa!"; vengono curate: "Arigatō-nya"; non hanno mana: "Gomen nyasai"; livellano: "Nya nya, nyanyanyanya nyaa...". Non so se considerarla una cosa stupida o assurdamente adorabile.

Mi rendo conto solo adesso di quanto questa frase suoni ambigua fuori contesto.
(immagine presa dal sito ufficiale hanakogames.com)

Il sistema di combattimento si svolge a turni su caselle isometriche, e, soprattutto alla difficoltà più alta, non è affatto facile. Rispetto a un sistema classico ha una forte componente strategica, dovuta alle particolarità delle varie mosse speciali e alla meccanica del recupero mana in combattimento. Il consumo di mana, infatti, è molto alto, soprattutto considerando quanto sono fondamentali le mosse speciali, ma gli oggetti e le pozioni per recuperarlo sono estremamente rari, e l'unico modo di aumentare le stats è livellare (mooolto lentamente). Il sistema essenzialmente funziona così: tre delle sei ragazze sono disposte "in prima fila", mentre le tre nelle retrovie non possono attaccare ma recuperano 1MP a turno; mettendo in guardia una delle ragazze attive, questa riduce i danni subiti e guadagna 1MP; se tutta la prima linea è in guardia, tutte e tre le ragazze guadagnano un bonus di 2MP. Quindi diventa essenziale mantenere il party in un continuo circolo di passaggi dalla retroguardia all'avanguardia, usare ogni personaggio esclusivamente per il suo ruolo designato (healing, nuking, buffing, debuffing, crowd control ecc...), e avere una strategia chiara per eliminare gli avversari. I quali, peraltro, sono sorprendentemente vari a livello di aspetto, comportamento, attacchi, debolezze e peculiarità; cioè, non sono semplicemente mostri con sempre più HP e ATK. Addirittura ci sono alcuni mostri "basici" o "acidi", che sono resistentissimi agli attacchi normali ma possono essere oneshottati tirandogli contro dell'aceto o del bicarbonato. That's pretty clever!

"Se fisica e chimica non funzionano, proverò a chiedergli di raccontarmi di sua madre"
(immagine presa dal sito ufficiale hanakogames.com)

Il gioco è divertente, impegnativo, e ha carattere, ma... purtroppo è fondamentalmente inutile, ingenuo e manierista. Una piccola, piacevolissima avventura per rifarsi il palato fra cose più sostanziose, come lo zenzero fra un tipo di sushi e l'altro, ma nulla di più. Non mi sento assolutamente di sconsigliarlo, io sono stato felice di giocarlo e di centopercentarlo, ma non aspettatevi qualcosa di rivoluzionario.

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