Science Girls è un JRPG indie vecchio stile, disponibile su Steam, con un comparto tecnico limitato ma funzionante e un'estetica a metà fra
RPG Maker e visual novel giapponese. Ho comprato questo
gioco attirato dal nome che ci sta dietro, poiché è stato prodotto e co-sviluppato da
Hanako Games, che sarà poi autrice dell'eccellente Long Live the Queen. E in
effetti se ne nota l'impronta caratteriale: nonostante sia un gioco senza molto
da dire, è molto piacevole, ha un carattere non comune dato da un tono molto
leggero e leggermente surreale, e alcuni sottotesti vagamente lesbici, perché è Hanako Games e se avesse uno slogan sarebbe "Hanako Games: Anime Visual Novels and Lesbianism since 2003".
Mi rendo conto solo adesso di quanto questa frase suoni ambigua fuori contesto. (immagine presa dal sito ufficiale hanakogames.com) |
Il sistema di combattimento si svolge a turni su caselle isometriche, e, soprattutto alla difficoltà più alta, non è affatto facile. Rispetto a un sistema classico ha una forte componente strategica, dovuta alle particolarità delle varie mosse speciali e alla meccanica del recupero mana in combattimento. Il consumo di mana, infatti, è molto alto, soprattutto considerando quanto sono fondamentali le mosse speciali, ma gli oggetti e le pozioni per recuperarlo sono estremamente rari, e l'unico modo di aumentare le stats è livellare (mooolto lentamente). Il sistema essenzialmente funziona così: tre delle sei ragazze sono disposte "in prima fila", mentre le tre nelle retrovie non possono attaccare ma recuperano 1MP a turno; mettendo in guardia una delle ragazze attive, questa riduce i danni subiti e guadagna 1MP; se tutta la prima linea è in guardia, tutte e tre le ragazze guadagnano un bonus di 2MP. Quindi diventa essenziale mantenere il party in un continuo circolo di passaggi dalla retroguardia all'avanguardia, usare ogni personaggio esclusivamente per il suo ruolo designato (healing, nuking, buffing, debuffing, crowd control ecc...), e avere una strategia chiara per eliminare gli avversari. I quali, peraltro, sono sorprendentemente vari a livello di aspetto, comportamento, attacchi, debolezze e peculiarità; cioè, non sono semplicemente mostri con sempre più HP e ATK. Addirittura ci sono alcuni mostri "basici" o "acidi", che sono resistentissimi agli attacchi normali ma possono essere oneshottati tirandogli contro dell'aceto o del bicarbonato. That's pretty clever!
Il gioco è
divertente, impegnativo, e ha carattere, ma... purtroppo è fondamentalmente inutile, ingenuo
e manierista. Una piccola, piacevolissima avventura per rifarsi il palato fra
cose più sostanziose, come lo zenzero fra un tipo di sushi e l'altro, ma nulla
di più. Non mi sento assolutamente di sconsigliarlo, io sono stato felice di giocarlo e di centopercentarlo, ma non aspettatevi qualcosa di rivoluzionario.
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