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13 lug 2019

[Rant] Salvini/Annatar è davvero così diverso dagli altri?

Salvini si è erto a babau supremo per larga parte del mondo della sinistra. Non senza ragione, rappresentando egli un concentrato di tutto ciò che la sinistra progressista si fregia di non essere. Temo, però, che ci sia molto di malaccorto nei modi e spesso anche nei contenuti di questa contrapposizione. 

Quei famosi selfie-beffa sono emblematici, da questo punto di vista: una ragazza finge di voler fare una foto con lui, e poi bacia un'altra ragazza, forse pensando così di fargli un dispetto, di scandalizzarlo. È come se ormai, negli occhi dei suoi oppositori, Salvini fosse una figura su cui proiettare ogni forma possibile di Male, ivi compresa un'omofobia più caricaturale di quella dei suoi sostenitori, anche a costo di trasformarlo in un villain cartoonesco esponenzialmente peggiore di quello reale.

Non mi stancherò mai di dirlo: se pensate di fargli un dispetto con un bacio omosessuale, state combattendo una battaglia immaginaria, con armi immaginarie, contro un nemico immaginario. A Salvini non importa una beneamata corba di belino degli omosessuali. Come non gli importa delle unioni gay, dei Rom, di Fabio Fazio, della marijuana, della legittima difesa (la legge che ha fatto è uguale al 95% a quella precedente), oserei ipotizzare che gli importi abbastanza poco anche dei migranti (come dimostrano i fatti che abbia fatto meno rimpatri di Minniti, che i suoi maggiori alleati europei siano persone contrarie ai ricollocamenti, e che quando in UE si discute di rimpatri fra ministri lui preferisca fare comizi e comparsate televisive).

Il leader della Lega fa queste sparate per lo stesso motivo per cui si è tirato dietro fenomeni da baraccone come Pillon e Fontana: per conquistare le fasce più reazionarie delle popolazione (lanciando esche, vermi per fargli credere di essere uno di loro), ma anche per lanciare lepri rumorose ma con pochissima ciccia dietro cui far correre la sinistra per poterla mettere in ridicolo. È la strategia che il partito repubblicano americano adotta da anni.


Ah, Saviano, Saviano. Sempre pronto ad abboccare all'amo come l'ultimo dei fessi.
Prendiamo, ad esempio, quella famosissima sparata sul censimento dei Rom. Ve la ricordate? Giugno 2018. I riferimenti al fascismo e all'olocausto hanno iniziato a piovere dopo 4,72 secondi netti. Mentana ci ha fatto tipo trentordici post citando giornali del Ventennio. Ecco, prendiamo quel caso ad analisi e ad esempio.

Step 1: Fare una sparata con toni e parole irricevibili, proponendo una soluzione semplice e populista per problemi drammaticamente complessi ma anche drammaticamente reali e spesso ignorati; questo per aizzare sia la componente razzista del proprio pubblico (che c'è, non neghiamolo) sia la reazione dei propri avversari (tragicamente ingenui e prevedibili), ben conscio di essere in un momento storico in cui, quando il mainstream dei media e della politica dice una cosa, buona parte del pubblico inizia a pensare l'esatto opposto per ripicca.
Step 2: Correggere il tiro, per riprendere la parte più moderata del proprio pubblico (che c'è, non neghiamolo) e per dar loro un punto d'appoggio per attaccare giornali, opinionisti e altri avversari, ritenuti prevenuti nei suoi confronti.
Step 3: Tirare fuori una volta in cui la sinistra liberal-rosé ha fatto o detto qualcosa di molto simile, rivelandone quindi l'ipocrisia (spesso assolutamente reale) e instillando dubbi e simpatie nell'elettorato più fluido e disilluso.
Step 4: PROFIT!
Step 5: Dopo tutto questo remescio, a un anno di distanza ha poi fatto qualcosa contro i Rom? Qualcosa di concreto, sul piano delle leggi e non delle parole o dei Tweet? Spoiler alert: no.

Ora, guardate i titoli di giornale di fine maggio. Dopo aver conquistato uno spaventoso 34% alle europee, in continua crescita peraltro stando ai sondaggi, come ha deciso di capitalizzare questo enorme peso elettorale? Deportazione dei Rom? Leva obbligatoria? Blocco degli sbarchi? Più poteri alla polizia? Abolizione delle unioni civili?

No: mentre la sinistra è ancora impegnata ad abbaiare a ombre nere per il libro pubblicato con Altaforte, a strapparsi i capelli per gli insulti a Saviano, a gongolare per quella battuta infantile della Gruber sul mazzo di fiori (incidentalmente: madonna Lili ma dove cazzo sei, all'asilo?), Salvini sta spingendo la TAV, la sospensione del codice per gli appalti, la flat tax, e un nuovo condono fiscale. Ovvero: la prosecuzione delle solite politiche economiche di destra che Berlusconi prima e Renzi dopo hanno portato avanti per tutto l'ultimo ventennio.

Mettiamocelo in testa. Sia chi lo vede come un pericoloso portatore di medioevo e caos, sia chi lo crede il campione che sfonderà l'Europa e salverà le classi popolari. La Lega di Salvini è un partito PERFETTAMENTE di sistema, PERFETTAMENTE inserito nelle logiche e nei meccanismi del potere capitalista. Un partito che usa un continuo scalpiccìo di sparate becere (che si accordano accuratamente e deliberatamente alle correnti del "senso comune" come emergono da Facebook e Twitter) per sollevare un polverone di scontri furibondi su questioni civili, dietro al quale nascondere politiche economiche vecchie e a tutto vantaggio dei padroni. Esattamente come Trump. Lui e il PD, esattamente come Trump e Clinton, sembrano alternativi, la scelta fra la civiltà e la barbarie, ma altro non sono che un conflitto fra diverse fasce della borghesia, fra politiche economiche e estere sostanzialmente poco dissimili.



PS: Mi sono rotto già di scrivere "Salvini". Devo trovargli un soprannome.

Berlusconi, dopo un po', ho iniziato a chiamarlo Ungoliant: un nemico più viscido e disgustoso che realmente malvagio, che si accoppia e poi divora i suoi compagni, e che alla fine muore mangiandosi da solo nella propria insaziabile ingordigia. Ecco, forse Salvini dovrei chiamarlo Annatar, Signore dei Doni, la forma che assunse Sauron nella Seconda Era. Fingendosi benevolo e pacificatore, elargendo doni e promettendo di trasformare la Terra di Mezzo in una nuova Valinor, diffondendo a Numenor nuove religioni e voci di cospirazioni dei Valar e degli Elfi contro gli Uomini, riuscì a convincere i fabbri dei Noldor, suoi nemici, a forgiare gli anelli del potere. Però era sempre Sauron. Gorthaur. Quello che si inginocchiava a Morgoth e che dopo la Guerra d'Ira è andato strisciando a chiedere pietà dall'araldo di Manwë. Quello che ha vinto a malapena in una gara di canti contro Finrod Felagund prima di farsi mettere sotto da un cazzo di cane (Huan, mastino dei Valar; cui, di nuovo, implorò pietà piagnucolando). Quello che, se i suoi avversari non fossero stati così coglioni (Elrond, Celebrimbor, numenoreani ecc.) o conniventi (Saruman ecc.), non sarebbe mai riuscito a salire al potere.

Sta bene come cosa anche perché il suo padrone, Melkor, non sarebbe riuscito a fare granché senza Ungoliant.

Da qui innanzi, su queste pagine egli avrà il nome di Annatar.